sabato 19 novembre 2011

Senza dottorato non si cresce

Presso l'Aula Magna del Dipartimento di Fisica dell'Università di Catania si terrà martedì 22 novembre alle 16 un'assemblea pubblica sul dottorato. Questo è il comunicato ufficiale diffuso da Collettivo Gatti fisici, Movimento Studentesco Catanese, Coordinamento Precari della Ricerca - Università di Catania, Coordinamento Unico d'Ateneo, Coordinamento in Difesa della Scuola Pubblica Statale (si ringrazia Chiara Rizzica per l'invio sulla mailing list del gruppo):

L'Università di Catania elimina il dottorato di ricerca per far quadrarei l bilancio e pone l'ennesima ipoteca sul suo futuro

Il Senato Accademico, nella seduta del 26 Luglio 2011, ha deciso di dirottare le risorse destinate alle borse di dottorato per laureati sui fondi dei Progetti di Ricerca d'Ateneo per i docenti. Il bilancio dell'ateneo, già falcidiato dai tagli del finanziamento ordinario, imposti dal Governo, non contempla risorse sufficienti per finanziare sia la ricerca dei dottorandi che quella dei docenti. Quindi delle due l'una. Per quest'anno, meglio i professori che i giovani ricercatori. Anche se, ad oggi, questi fondi destinati ai docenti non sono stati ancora erogati. Delle due nessuna, infine!
I corsi di dottorato di ricerca 2011, invece, sono stati attivati e il bando per l'ammissione scade il 24 novembre. Ma, se nel 2008, prima della catastrofe Gelmini, il candidato dottorando poteva scegliere tra 93 corsi attivati, nel 2011 i corsi sono ridotti a 3.
E se nel 2010, nonostante la seconda tornata di tagli indifferenziati, i posti disponibili erano 124, nel 2011 sono solo 36.
E ancora: se fino al 2010 il candidato dottorando poteva contare su 62 borse di studio, pari alla metà dei posti, nel 2011 - complice l'iniziativa zelante del Ministero dell'Università che ha "liberato" gli atenei dal vincolo di finanziare borse di dottorato - i posti messi a concorso sono pochi e le borse di studio sono finanziate tutte da enti esterni all'ateneo.
Partono i corsi di dottorato, dunque, ma si perdono tutte le borse di studio finanziate fino ad oggi dall'Università di Catania. Partono solo i corsi di dottorato "a costo zero" per l'ateneo, agli altri si rinuncia, oppure – come deciso dal ministro - pagheranno tutto i dottorandi con le tasse di iscrizione. La ricerca resta un progetto per pochissimi, meglio se danarosi.

Questa non è un'università per dottorandi. Questa non è la nostra università.

Quali opportunità per la ricerca nell'ateneo di Catania? Quale progetto per la comunità scientifica? Quale futuro per i suoi laureati? E soprattutto, quale ricerca senza nuovi ricercatori e quale crescita scientifica senza ricerca?
Mentre le istituzioni e i vertici dell'Ateneo tacciono sul futuro dell'Università di Catania, trascurando le gravissime ricadute sull'occupazione e sullo sviluppo del territorio attraverso la valorizzazione delle proprie risorse intellettuali, gli studenti, i precari della docenza e della ricerca, i ricercatori e i docenti continuano a difendere un'idea diversa di università pubblica, pluralista e solidale e invitano tutta la comunità universitaria a partecipare all'assemblea pubblica sul dottorato di ricerca.

Per un'idea diversa di società, per un'idea diversa di Paese.

martedì 27 settembre 2011

La notte dei ricercatori 2011

La Notte dei ricercatori è un evento istituito a livello europeo, che ha come obiettivo quello di raccontare la scienza e la ricerca. Ne hanno parlato anche sulla Rai, alla trasmissione Geo&Geo:
In questo periodo stanno iniziando anche a girare sulla rete un po' di video girati durante l'iniziativa (notte del 23 settembre), che ha unito alcune città italiane da nord a sud. Iniziamo con Palermo, con un video realizzato da TvSpace di Aldo Gagliano:
E saliamo verso nord, a Napoli, all'Osservatorio di Capodimonte, per la precisione:
E saliamo un altro po', fino a Bologna con Joe il Fotone:
E a Cosenza? A quanto pare a Cosenza non è andata proprio bene...

lunedì 20 giugno 2011

Tutti in piedi! Entra Enrico

Tutti in piedi! è uno speciale, trasmesso via web il 17 giugno 2011 per i 110 anni della Fiom, realizzato dalla redazione di Anno Zero e presentato da Serena Dandini. A un certo punto, riprendendo le polemiche sulle dichiarazioni del ministro Brunetta sull'Italia peggiore, intervengono nella trasmissione due rappresentanti del mondo della scuola e dell'università. Ovviamente due precari. L'intero spezzone cui mi riferisco potete trovarlo su youtube postato dalla redazione de Il Fatto Quotidiano, che ha in pratica realizzato una sorta di streaming dell'intero evento postando gli spezzoni pochi minuti dopo la loro effettiva messa in onda sulla rete.
Torniamo, però, a noi: come rappresentante dei precari dell'Università l'intervento viene affidato al nostro Enrico Natalizio. Ho estratto quello spezzone e lo propongo a tutti i lettori:
Nel suo sentito discorso, Enrico sottolinea alcuni punti che mi sembra interessante non lasciare cadere lì, senza link di approfondimento.
Innanzitutto la lotta, o più che altro i tentativi di farsi sentire, iniziata nel 2008: non è un caso che questo blog inizia proprio nel 2008, anche se già da almeno un mese avevo iniziato a scrivere alcuni resoconti su Stipaturi. E questi sono dati di fatto che mi piace sottolineare in questa sede.
E poi il buon Enrico cita l'IIT, l'istituto tecnologico voluto fortemente da Tremonti, e che potete confrontare con gli altri istituti di ricerca italiani: ho giocato un po' con i numeri, e leggete un po' cosa avevo scritto poco più di un mese fa:
Ho poi provato a giocare ulteriormente con i numeri, scoprendo che senza l'ITT e smistando su CNR e INAF i fondi previsti per l'ente tremontiano, la situazione si equilibrerebbe (a fronte della perdita dei lavoratori e delle pubblicazioni). Un'ulteriore equilibratura si otterrebbe smistando personale e quindi anche pubblicazioni tra i vari enti.
Tutto questo, poi, è legato al più ampio discorso sul merito, che non ha senso approfondire più di tanto perché ognuno ha il suo modo per valutarlo, il merito, ma ogni modo ha un paio di punti in comune: i principi di trasparenza e di responsabilità.
Trasparenza nelle procedure di valutazione e responsabilità nei confronti delle scelte fatte.

Per completare, però, eccovi anche la splendida e-mail che Enrico ha inviato alla mailing list nazionale e a quella del Gruppo dei Precari Invisibili (cui continuo ad appartenere un po' impropriamente...)
Ciao a tutti,

vi scrivo dopo l'esperienza di Tuttiinpiedi, in primo luogo perchè voglio condividere con voi tutti i messaggi d'affetto che ho ricevuto da persone dentro e fuori i nostri gruppi precari e poi per raccontarvi brevemente la serata, le emozioni e le possibili prospettive.

Ci leggono in cc due persone che sono state importantissime per la riuscita della serata: la prima è Maurizia Russo Spena, che sono sicuro non necessiti di presentazioni, la seconda è Valentina Vitale, che è una delle giornaliste della redazione di Annozero, in particolare quella che ha messo insieme tutti gli ospiti provenienti dalla società civile e al cui lavoro va tributato un grandissimo GRAZIE!

Non vi tedio con dettagli da "dietro le quinte", piuttosto vorrei farvi partecipi dell'incredibile atmosfera di gioia, entusiasmo e voglia di cambiamento che si respirava grazie alla determinazione e alla dolcezza di Maurizia, alla grinta di Barbara, alla forza delle idee di Claudio lo studente che sarei voluto essere, alla profondissima umanità e schiettezza di Felice il pastore sardo, alla preparazione e alla capacità comunicativa di Edda la signora peruviana e poi soprattutto grazie a tutta quella gente che è rimasta lì anche mentre pioveva, in grandissima parte giovani che aspettavano ogni singola fiammella da parte di chi parlava con loro e per loro per far divampare un incendio di passione civile.

E' stato un onore per me e per noi essere in mezzo a questa gente. E' stato bellissimo scoprire che il pessimismo e lo scoramento vissuti in tanti momenti durante le nostre battaglie non avevano diritto di esistere, perchè anche se inascoltati dai palazzi, i nostri messaggi non hanno mai smesso di fare presa sulla gente, anche se sconfitti dal parlamento, abbiamo svegliato e vinto tantissime personi comuni alla nostra causa.

Forse non mangeremo i frutti che verranno dai semi che abbiamo piantato, ma toccava a noi adesso fare tutto quello che abbiamo fatto.

La serata di venerdì, a mio avviso, è stata importantissima perchè ha realizzato quello che tante volte abbiamo immaginato e sperato nelle nostre lunghe conversazioni, permetterci di avere un ruolo da protagonisti nel cambiamento del nostro paese, insieme a tanta altra gente onesta.
Personalmente penso che non dobbiamo disperdere i contatti che la trasmissione ci ha fornito, e dobbiamo pensare a come organizzarci insieme a Maurizia, Barbara, Claudio, Felice, Edda e i loro mondi per spingere insieme verso il cambiamento.
Una nuova possibilità ci è data ancora dalla FIOM che organizza a Sesto San Giovanni il 24-25-26 giugno una tre giorni di dibattiti (programma). In particolare sabato 25 Giugno siamo stati invitati, al momento informalmente, direttamente da Landini, a partecipare all'assemblea della mattina di movimenti e associazioni su "il lavoro è un bene comune". Spero che i ragazzi di Milano, Torino, Bologna, Padova riescano a partecipare a quell'assemblea, non ho ancora dettagli di come sarà organizzata, ma li girerò in mailing list non appena me li comunicheranno.

Oltre a quest'iniziativa, credo dovremmo pensarne altre per continuare a farci sentire insieme al resto dell'Italia migliore.

Un abbraccio grandissimo e ancora grazie per i vostri messaggi d'affetto,
a presto

Enrico

P.S.: la raccomandazione è la solita: diffondete il video ma ricordatevi di fare riferimento a questo post o, almeno, al blog.

giovedì 9 giugno 2011

Regolamento Ricercatore a tempo determinato: osservazioni

In relazione con quanto sta accadendo presso l'Unical, i Precari Invisibili hanno chiesto nei giorni scorsi una audizione presso il Senato Accademico di domani, proponendo anche alcune osservazioni che andiamo qui sotto a riportare (scusandoci per il ritardo):

Presa visione del regolamento RTD approvato dal Co.Co.P. dell'Università della Calabria in data 20 Aprile 2011, i Precari invisibili della Ricerca – CPU Unical sottopongono all'attenzione degli organi d'Ateneo le seguenti osservazioni in merito ad alcuni punti di particolare criticità del Regolamento stesso, con lo scopo di contribuire al dibattito in corso sulla normativa in oggetto puntando ad una revisione di quest'ultima in senso più equo e garantista dei diritti e delle condizioni di lavoro dei futuri "ricercatori a contratto".
- Il vincolo imposto dall’art 3 del regolamento RTD del 20 Aprile riguardante la risoluzione senza corrispettivo del contratto per mancato rifinanziamento da parte dell’Unical, deve essere rimosso per la figura di ricercatore RTDa; in aggiunta, a garanzia di un reale percorso di "tenure track" per gli RTDb, si deve garantire obbligatoriamente che le strutture (i neo dipartimenti) impegnino le risorse piene (0.7 punti di budget) per il diretto inquadramento nel ruolo di PA nel caso di superamento dell'idoneità nazionale.
- Per i ricercatori RTDa ed RTDb deve essere garantito che l’impegno annuo complessivo per lo svolgimento delle attività di didattica, di didattica integrativa e di servizio agli studenti resti nei vincoli della legge Gelmini ed in particolare tali attività potrebbero essere convertite, previo il consenso da parte dell'interessato, in un monte ore di didattica frontale curriculare gratuita prevedendo un limite massimo omogeneo per tutti i dipartimenti ed auspicalmente non superiore alle 60 ore. Qualora fosse richiesto di svolgere attività didattica frontale superiore alle 60 ore questa dovrà essere pagata come supplenza al massimo valore previsto dalle norme sui corsi a contratto utilizzando fondi delle singole strutture e non di ateneo (principio di responsabilità delle strutture).
- Rileviamo inoltre, come le tabelle allegate al regolamento non rendano giustizia al processo di selezione in quanto risultano ereditate dai pareri del CUN per accedere ai concorsi per RTI (tabelle A) e PA (tabella B). Tali pareri risultano ora anacronistici in quanto pensati più di 3 anni fa per uno scenario completamente diverso nel quale erano presenti tre distinti ruoli strutturati. Tale meccanica corrispondenza crea stridenti forzature derivanti dai più stringenti requisiti minimi di accesso al concorso per RTDb equiparati a quelli di accesso ad un concorso per PA senza considerare il periodo di 3 anni dello stesso contratto RTDb che dovrebbe servire per maturare i titoli necessari ad essere inquadrato nel ruolo di PA. Analoghe considerazioni possono essere fatte rispetto alla condizione di accesso al concorso per RTDa equiparata alla condizione di accesso per la vecchia figura di RTI.
La richiesta, seppure in extremis, è stata accettata.

venerdì 3 giugno 2011

Lettera al Senato Accademico sulla Commissione Statuto

Mentre sul Quotidiano viene pubblicato un articolo di Massimo Veltri sulla lunga gestione del rettore Latorre:

I Precari Invisibili inviano al Senato Accademico la lettera che segue riguardo il percorso di costituzione dello statuto d'ateneo:

I Precari invisibili della Ricerca-UNICAL apprendono del capovolgimento della impostazione precedente, maturata nelle riunioni della Commissione Statuto del 16 e 29 Marzo, che garantiva la necessaria rappresentatività al SA, in quanto sembrava fosse ampiamente condivisa la presenza di un rappresentante di ogni area scientifica e di tutte le categorie impegnate nell’ateneo, compresa la figura di un dottorando di ricerca e di un assegnista.
L'ultima proposta, elaborata nella riunione del 13 Maggio, comporta invece l'esclusione di fatto del rappresentante dei dottorandi di ricerca, in quanto associati nell’elettorato attivo e passivo agli studenti: si fa notare che data l'enorme sproporzione tra il numero di studenti delle lauree triennali e specialistiche e il numero dei dottorandi è pressoché impossibile che i dottorandi possano esprimere un proprio rappresentante.
Inoltre, vengono esclusi dall'elettorato attivo e passivo gli assegnisti di ricerca nonostante la stessa commissione ne avesse riconosciuto la funzione e valutato positivamente la proposta di rappresentanza in una figura comune con gli RTD.
Peraltro l'esclusione degli assegnisti costituisce una discriminazione rispetto alla stessa legge Gelmini che all'art. 24 - comma 3, equipara gli assegnisti triennali alla figura RTDa; quantomeno la Commissione dovrebbe prendere atto di ciò e assicurare l'elettorato attivo e passivo almeno agli assegnisti triennali, anche se discontinui, secondo la previsione della legge Gelmini.
Infine viene sancita la rappresentanza per gli RTD, ma in figure comuni ai Ricercatori di ruolo, rendendo di fatto impossibile che gli RTD possano avere rappresentanti per diversi anni a venire, data la netta maggiore numerosità dei ricercatori di ruolo.
Preso atto di tali scelte da parte della Commissione Statuto, i Precari invisibili della Ricerca-UNICAL chiedono nuovamente che venga garantita la rappresentanza in SA di dottorandi, assegnisti e RTD, prevedendo distinte figure e una norma transitoria che assicuri rappresentanza ai ricercatori di ruolo fino al loro esaurimento.

Arcavacata di Rende, 30 maggio 2011

P.S.: Oltre ai Precari Invisibili, anche Unical 2020 si unisce alle preoccupazioni con un appello che è possibile sottoscrivere.

sabato 28 maggio 2011

Anche l'Unical dalla parte di Flavio

Dopo il suo articolo sulla vicenda e la lettera di solidarietà del Gruppo, anche l'Università della Calabria con il suo rappresentante, il rettore Latorre, esprime la sua solidarietà a Flavio Stasi dalle pagine de Il Quotidiano:

mercoledì 25 maggio 2011

Dalla parte di Flavio

Dopo aver diffuso l'articolo di Flavio Stasi sulla brutta vicenda cui è stato protagonista, il gruppo dei Precari Invisibili Unical esprime ancora di più la sua vicinanza con un comunicato ufficiale, qui presentato in anteprima e già diffuso ai quotidiani locali.
Qualunque altro lettore voglia far sentire la sua vicinanza a Flavio usando questo messaggio, è pregato di indicare l'origine del messaggio e un link al post o al blog.


Ci dichiariamo profondamente turbati. Leggere l'articolo di Flavio Stasi sul Quotidiano del 20 Maggio scorso è stato come ricevere un pugno in faccia. Nessuno di noi era a conoscenza del pestaggio che Flavio aveva subito e alle domande di chi lo aveva visto in giro per l'UniCal con le bende in faccia, lui rispondeva rassicurante e determinato come sempre.

Flavio non è un semplice studente dell'UniCal. Flavio è una risorsa preziosa. Se una speranza di riscatto per Cosenza, per la Calabria, per l'Italia è rimasta ancora viva, è grazie alle anime grandi di ragazzi come Flavio. Giovani coraggiosi che non possono e non vogliono accettare i modelli sociali veicolati dai mass media, e riversano fiumi d'energia per conoscere, comprendere, informare, partecipare, combattendo quotidianamente la giungla di passività e di omologazione sociale che li circonda. Giovani che, per la forza delle loro idee e per la determinazione della loro volontà, finiscono inevitabilmente per divenire le voci fuori dal coro dei servi lecchini di cui la storia italiana è piena. Giovani che per passione e capacità diventano l'obiettivo da picchiare selvaggiamente di altri "giovani insieme presuntuosi e frustrati a causa della stupidità e insieme dell'irraggiungibilità dei modelli proposti loro dalla scuola e dalla televisione, che tendono inarrestabilmente ad essere o aggressivi fino alla delinquenza o passivi fino alla infelicità (che non è una colpa minore)." (cit. P.Pasolini)

Noi siamo dalla parte di Flavio.

Tutti dobbiamo difendere Flavio. Lui ha fatto la scelta più difficile e coraggiosa, che da altre parti del mondo sarebbe solamente la più semplice e normale. Ha deciso di denunciare i suoi aggressori, come qualunque Uomo degno di questo nome dovrebbe fare quando subisce una sopraffazione. Ha deciso di rendere pubblico quello che è successo per squarciare il velo di omertà e l'assordante silenzio che circondano questa vicenda come altre simili. Adesso tocca a noi amplificare la sua voce, portare le sue idee nei palazzi e nelle piazze, vincere "il quieto vivere" che tutto ci fa accettare, convincere la gente a "non restare in silenzio nei confronti delle ingiustizie e delle violenze, ad avere il coraggio di vivere liberi, di essere Uomini." (cit. Flavio Stasi).

Chi non difende Flavio è complice dei suoi aggressori e contribuisce ad accrescere l'aria malsana e fascista che si respira in Italia, in Calabria, a Cosenza, all'UniCal, che tende a minimizzare e quindi a giustificare la violenza, qualunque ne sia la matrice.

Tutti dobbiamo difendere Flavio, e facciamo appello alla città, all'università, al Sindaco di Rende, ai consiglieri eletti, ai candidati sindaco al comune di Cosenza, alle istituzioni, ai politici e ai comuni cittadini perchè prendano posizione pubblicamente su quello che è successo a Flavio.

I Precari Invisibili della Ricerca - UniCal dalla parte di Flavio

martedì 24 maggio 2011

Solidarietà per Flavio Stasi

Flavio Stasi è uno dei ragazzi di Ingegneria dell'Università della Calabria più attivi nella mobilitazione dell'aula P2 di ingegneria. Ha scritto un articolo per Il Quotidiano del 20 maggio raccontando di pestaggio che ha recentemente subito.
Questo l'articolo (cliccare per ingrandire):


A questo link c'è la presa di posizione dei Precari Invisibili della Ricerca - UniCal, su quanto accaduto a Flavio: http://precariinvisibili.blogspot.com/2011/05/dalla-parte-di-flavio.html

martedì 29 marzo 2011

Intervento alla Commissione Statuto del 29/03/2011

I Precari Invisibili della Ricerca hanno accolto con vivo interesse l'invito da parte della Commissione Statuto a confrontarsi su tematiche che serviranno a ridisegnare l'università dei prossimi decenni. Per tali ragioni, gli stessi si augurano che tale confronto dialettico possa essere reiterato in altre occasioni da parte della Commissione nei prossimi mesi di lavoro in modo da poter approfondire, di volta in volta, tematiche differenti anche alla luce di eventuali feedback da parte di tutti i soggetti coinvolti nel dibattito. Tale periodico ciclo di audizioni potrebbe permettere di concentrare l'intervento odierno soltanto sulle problematiche concernenti la Governance.

In merito alla costituzione e composizione del Senato Accademico, i Precari Invisibili della Ricerca auspicano che tale organo possa essere largamente rappresentativo, in termini quantitativi e qualitativi, delle diverse categorie presenti all'interno del nostro ateneo (Direttori di Dipartimento, Professori, Ricercatori, Precari della ricerca, Tecnici Amministrativi e Studenti). Date le funzioni e le competenze che la legge attribuisce ai nuovi Dipartimenti, i Precari Invisibili della Ricerca auspicano che tutti i Direttori siano presenti nel Senato Accademico in modo da garantire la presenza ad ogni macroarea scientifica, ed auspicano che sia garantita l'equilibrata rappresentanza fra le diverse componenti accademiche.

Si richiede, pertanto, la presenza di:
  • almeno una figura precaria della ricerca identificata con quella di un Assegnista di Ricerca, al fine di dare voce ad una categoria di lavoratori che nel corso degli anni è sempre stata "esiliata" dagli organi di governance, nonostante la sua oggettiva numerosità e l'importante contributo all'attività scientifica e didattica dell'Ateneo.
  • uno studente di Dottorato fra i posti assegnati per legge alla componente studentesca; tale richiesta è suffragata dalla evidente constatazione che il corso di studi per conseguire il Dottorato di Ricerca rappresenta il terzo livello dell'istruzione universitaria e come tale merita di trovare posto e rappresentanza in seno all’organo deputato a decidere le vitali strategie scientifiche e didattiche dell'ateneo.
Dati i noti vincoli di proporzionalità numerica imposti dalla legge tra di docenti di ruolo, frazione di Direttori di Dipartimento e personale non di ruolo e le esigenze di rappresentanza appena espresse, il numero minimo dovrebbe essere di almeno 27 membri.

Si auspica che la Commissione prenda in seria considerazione la reale attuazione di tali richieste che rafforzerebbero la trasparenza e la democraticità del Senato Accademico.

In merito alla costituzione del Consiglio di Amministrazione, i Precari Invisibili della Ricerca auspicano che il numero dei suoi componenti sia limitato a 10 unità, in modo da ridurre a 2 il numero dei componenti esterni. Anche in questo caso si richiede che all’interno della componente studentesca sia assegnato un posto ad uno studente di Dottorato di Ricerca. Si richiede, altresì, che la nomina dei membri interni di ruolo del CdA sia basata su una designazione dal basso ed includa tutte le categorie di ruolo; a tal proposito si chiede che il corpo elettorale attivo del Rettore designi una rosa di rappresentanti di tutte le categorie del personale di ruolo, tra cui il Rettore possa scegliere discrezionalmente i componenti del CdA. La rosa di nomi dovrebbe essere pari al doppio del numero di componenti da nominare. In alternativa si propone che venga affidato al Senato Accademico il compito di designare una rosa di rappresentanti del personale di ruolo, pari al doppio dei componenti da nominare, tra cui attingere per la scelta rettorale dei componenti del CdA.

A latere delle problematiche riguardanti la Governance, i Precari Invisibili della Ricerca ritengono che le seguenti questioni relative alla rappresentanza negli organi di ateneo, alla tipologia di contratti ed ai diritti dei lavoratori precari, debbano essere considerate nella riscrittura dello statuto ed approfondite in future audizioni:

Rappresentanza
  • Deve essere garantita la presenza di rappresentanze elettive di ricercatori a tempo determinato e di assegnisti di ricerca in tutti i consigli di dipartimento e nelle strutture di raccordo, ponendo fine ad un'immotivata e discriminatoria esclusione.
  • Deve essere istituita statutariamente l'"Anagrafe della Ricerca e della Docenza", al fine di stabilire la consistenza numerica del personale non strutturato e le relative tipologie contrattuali; l'anagrafe è funzionale peraltro alla definizione della rappresentanza sindacale dei precari.

Diritti e Contratti
  • Ai lavoratori precari con qualsiasi tipo di contratto devono essere riconosciuti gli stessi diritti dei lavoratori strutturati dell'ateneo; in quest'ottica si chiede che nello statuto vengano esplicitamente introdotti degli standard minimi che sanciscano diritti e tutele di cui ciascun lavoratore dell'ateneo, precario e non, deve necessariamente usufruire prevedendo la definizione di una retribuzione minima al di sotto della quale nessun rapporto di lavoro, indipendentemente dalla tipologia contrattuale, possa in alcun modo scendere.
  • Ogni anno il numero di contratti da ricercatore RTDb non dovrà essere inferiore al numero di contratti da ricercatore a tempo determinato RTDa in essere. Ciò al fine di evitare che i contratti RTDa finiscano per configurarsi come l'ennesima forma di contratto precario privo di sbocchi realistici nel sistema accademico italiano e siano invece legati ad un'effettiva possibilità di partecipazione ai contratti RTDb al fine di implementare un vero meccanismo di "tenure track".
  • Dopo un periodo transitorio di 2 anni si deve dare attuazione letterale all'articolo 18, comma 5, della legge di riforma, ponendo fine al ricorso, per lo svolgimento di attività di ricerca all'interno dell'ateneo, a contratti precari diversi da quelli da ricercatori a tempo determinato (RTDa e RTDb) e dagli assegni di ricerca vietando qualsiasi ricorso a prestazioni di lavoro gratuite (si veda articolo 23 per le docenze a contratto). E' doveroso estirpare la giungla di contratti precari, privi di tutele, diritti e realistiche prospettive di sbocco, attraverso un percorso graduale e concertato, anche al fine di non trasformare l'attuazione della legge 240/2010 in un'immediata e colossale opera di licenziamento di tanti lavoratori privi di fonti di reddito alternative.

I Precari Invisibili della Ricerca-UNICAL - CPU

lunedì 28 febbraio 2011

Lettera aperta ai colleghi ricercatori

Riguardo la vicenda della Commissione Statuto presso l'Università della Calabria, abbiamo pubblicato tre lettere, due il 23 febbraio e l'ultima il 25 febbraio. La vicenda si arricchisce di una nuova missiva che l'Assemblea dei Ricercatori invia ai rappresentanti dei ricercatori nel CdA dell'Unical, dott.ssa Rossella Morrone e ing. Pasquale legato.
Questo il testo della lettera:

I ricercatori di questo Ateneo hanno preso atto delle determinazioni del CdA che, riunitosi il 2 u.s., ha immediatamente esercitato le proprie attribuzioni definite dalla Legge 240/2010, designando sei dei dodici componenti nominati della Commissione incaricata di riscrivere lo Statuto dell'UNICAL.
L'intero svolgersi della vicenda, che ha portato il CdA ad individuare i due nominativi nell'ambito della componente dei Ricercatori, ha destato grande sconcerto all'intera categoria: i princìpi di democrazia, trasparenza e rappresentatività, chiaramente espressi nella petizione, sottoscritta da 238 colleghi e consegnata al Rettore dell'Università, avrebbero certamente meritato comportamenti diversi da parte dei nostri Rappresentanti, a partire dalla gestione della fase di raccolta delle disponibilità di alcuni colleghi a fare parte della Commissione.  
Per questo motivo, a seguito delle nomine emerse in CdA, l'Assemblea dei Ricercatori dell'UNICAL si è riunita in data 16 u.s., richiedendo la presenza dei suoi Rappresentanti per avere chiarimenti di metodo e di merito circa:
  1. la mancata convocazione da parte dei Rappresentanti dei Ricercatori di un'assemblea precedente alla data prevista per la seduta del CdA in cui si è proceduto alle nomine;
  2. la loro assenza alle Assemblee auto‐convocate (18 gennaio e 1 febbraio) per formulare una
    proposta unitaria dei Ricercatori dell'Ateneo;
  3. le logiche da questi stessi adottate per la designazione dei componenti della Commissione
    Statuto nel corso dell’ultima seduta del CdA.
Rossella Morrone si è presentata all'Assemblea per cercare di fare chiarezza sul suo operato, rispondendo alle domande dei presenti, mentre Pasquale Legato, con la sua assenza e col suo silenzio, ha scelto di erigere un muro davanti al suo corpo elettorale. L'intervento della collega Morrone ha confermato quello scollamento ormai insanabile tra il suo operare e il mandato di rappresentanza al quale, evidentemente, non si sente più legata. Ella ha condiviso con i suoi rappresentati lo sdegno per i metodi adottati per la nomina della Commissione Statuto, ma si è anche contemporaneamente sottomessa a quelle «spinte autoritarie e logiche di subalternità», da lei deprecate nel suo programma elettorale dell'ottobre 2009, infrangendo il «rispetto di regole morali condivise e di comportamenti trasparenti» che aveva proclamato essere i suoi punti di forza nel rappresentarci. Èper noi inaccettabile sia che Ella si sia piegata ai metodi antidemocratici del Rettore (e il voto dato all'unanimità è la prova), sia che abbia delegato ad altri le sue prerogative, legittimando delle scelte che spettavano solo ai rappresentanti dei Ricercatori.  
Quanto detto sancisce un'insanabile frattura nel rapporto tra rappresentati e rappresentanti, venendo a mancare il rapporto di fiducia, costruito sul dialogo, sul confronto e sull'ascolto, che è alla base delle rappresentanze democratiche.
Avendo preso atto dell'operato dei due Rappresentanti, l'Assemblea dei Ricercatori dell'UNICAL ha unanimemente concordato che non sussistono più i presupposti di rappresentatività e come atto di responsabilità chiede loro di rassegnare le dimissioni. Ciò potrà consentire l'indizione di nuove elezioni al fine di ristabilire i princìpi di rappresentatività e partecipazione e restituire piena legittimità alla rappresentanza di categoria.

La lettera è datata 16 febbraio.
Intanto per la giornata di domani è prevista una assemblea di ateneo sulla riforma Gelmini.

venerdì 25 febbraio 2011

Lettera aperta a Gianluigi Greco

Enrico ha inoltrato nel gruppo una lettera aperta di risposta allo scambio di lettere di cui abbiamo dato conto un paio di giorni fa. Questo il testo che il ricercatore, Alberto Di Renzo, ha inviato via e-mail:

Caro Gianluigi,
ti scrivo direttamente (ma rendo pubblico il messaggio) come Ricercatore, null'altro, per esprimerti alcune considerazioni personali. So molto poco di te perché non sei noto ai più, ma anch'io sono un signor Nessuno.
Ti voglio innanzitutto ringraziare per non aver fatto cadere nel vuoto la lettera aperta indirizzatati, preferendo una lettera di risposta ad un pesante silenzio che certamente ti avrebbe reso ancor più sospettabile di complicità con il sistema di nomine dei membri della commissione di quanto tu lo sia ora.
Tuttavia, il contenuto della tua lettera mi ha suscitato, come Ricercatore, una serie di riflessioni che non posso non evidenziarti. In sostanza, tu dici (i) che la tua conversione dal no al si è nata in nome del tuo pragmatismo, (ii) che l'assemblea dei ricercatori non è sufficientemente rappresentativa da avere il diritto di "sfiduciarti" e (iii) che, comunque, ti piacerebbe confrontarti con i colleghi ricercatori nel merito delle questioni relative allo statuto, andando oltre il meccanismo che ti ha condotto nella tua posizione.
Trovo il primo punto tutt'altro che chiarificatore e convincente, ma non è per questo che scrivo. Ci sarebbe anche dell'altro, ma ritengo lo strumento dell'email inadatto.
Il secondo punto mi preme particolarmente. Mi costringi a sottolineare che forse chi si sforza e si impegna, sottraendo tempo e risorse agli altri impegni, per organizzare assemblee, discutere, dibattere e confrontarsi sulle questioni di interesse per la categoria o per difendere una qualunque causa (di cui beneficiano, tra l'altro, anche coloro che non muovono un dito) merita molto più rispetto che una semplice derubricazione a "siete quattro gatti". I componenti la "rosa" di candidati a far parte della commissione sono stati infatti partoriti (è stato proprio un travaglio) dopo diversi incontri e riunioni più o meno partecipate (ti cito ad esempio i nomi provenienti da Ingegneria, designati da un'assemblea di facoltà all'unanimità - circa 50 persone su 103 - prima, e confermati da quella di ateneo - lì eri presente - poi). Tali candidature sono culminate nella rosa nell'assemblea a cui hai preso parte, anche lì dopo ampio dibattito, nomi che si sono aggiunti e poi ritirati ecc. ecc.
Aggiungo che gli stessi ricercatori dell'assemblea hanno presentato una petizione auspicando la massima democraticità e trasparenza in un momento così delicato, che è stata firmata da 250 ricercatori. In ultimo ti segnalo che non esistono altre riunioni pubbliche tra colleghi, altre assemblee di ricercatori all'Unical (neanche di altre fasce, tranne recentissime eccezioni). Tutti coloro che tengono viva l'attenzione, oggi, sono lì.
A questo si contrappone l'improvvisa comparsa della tua candidatura e nomina, a inaccettabile beffa delle valide candidature presentate nell'ambito della rosa (alcune peraltro molto affini alla tua "area", quindi non difficilmente incastonabili in un disegno di equilibri da conciliare).
Capirai che la tua posizione non può che apparire legittimata solo da te stesso e da qualcuno della tua ristrettissima "area". Se vuoi, confrontiamo numericamente le firme di colleghi che supportano la tua candidatura nella tua Facoltà (che magari hanno tutto l'interesse ad avere te in commissione), contro le firme di colleghi ad essa contrari della Facoltà di Ingegneria (che di certo non possono essere tacciati di farlo per interesse perché in nessun caso sarebbe nominato al tuo posto un altro commissario oltre Gianluca Aloi).
Ma non è solo una questione formale e di numeri, o di non sufficiente carica positiva e propositiva da parte tua. La tua posizione ha comportato già gravi danni nell'organicità della categoria. Cito, ad esempio, che i rappresentanti di categoria in CdA hanno ricevuto una formale richiesta a dimettersi, principalmente a causa della tua nomina, con la conseguente insanabile spaccatura interna tra coloro che tentano di ragionare sul ruolo dei ricercatori nell'Ateneo e la loro rappresentanza negli organi decisionali.
A questo punto, la tua pur ammirevole volontà di partecipare alle discussioni e ai confronti pubblici non può avvenire nella tua qualità di Commissario nominato dall'esterno. In queste condizioni capirai che è inammissibile accettare di confrontarsi e di essere rappresentati in Commissione da una persona il cui ruolo è iniziato in contrapposizione e che rischia di distruggere ulteriormente quanto viene faticosamente portato avanti dall'Assemblea.
Durante l'ultima assemblea è stato notato che ti eri reso disponibile a far parte del gruppo di lavoro che si sarebbe occupato dello statuto, quindi io credo davvero che tu sia animato da uno spirito sinceramente costruttivo. Tuttavia, finché mancherai della giusta legittimazione e non darai dimostrazione di voler davvero "costruire" delle idee da maturare insieme agli altri, rinunciando, con un gesto sofferto ma certamente di grande responsabilità, al ruolo che ti hanno/sei affibbiato, sarà difficile per te guadagnare la credibilità e il rispetto che pensi di meritare.
Ti invito pertanto a considerare seriamente la possibilità di rimettere il mandato, lasciando spazio a chi si è creato una posizione stimata e rispettata molto più concretamente e faticosamente di te, e magari a rimanere comunque, pragmaticamente ed a scanso di ogni equivoco, in prima fila nel gravoso compito che impegnerà tutto l'Ateneo e i Ricercatori in particolare. Questo sì che significherebbe contribuire a costruire davvero qualcosa di utile per tutti.

Un saluto cordiale dal sig. Nessuno,
Alberto

giovedì 24 febbraio 2011

Unical 2020 2.a edizione

Riceviamo e inoltriamo:

Cari colleghi,
come è noto, la recente legge 30 dicembre 2010, n. 240 su "Norme in materia di organizzazione delle università, di personale accademico e reclutamento, nonché delega al Governo per incentivare la qualità e l'efficienza del sistema universitario", pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 10 del 14 gennaio 2011, prevede, tra l'altro, significativi cambiamenti dell’attuale architettura dei ruoli e delle relazioni tra gli organi interni all'università. I nuovi statuti, sulla base delle prescrizioni normative, dovranno disegnare gli assetti regolativi di governo degli atenei e precisare funzioni e connessioni tra le diverse figure e strutture istituzionali. L'efficacia del disegno è molto importante per la qualità dei processi didattici e di ricerca, per l'efficienza e la trasparenza della gestione e, più in generale, per la qualità della democrazia interna.
Il cambiamento della governance presuppone affrontare e sciogliere diversi nodi critici, come l'individuazione del punto di equilibrio decisionale tra Senato e Consiglio di amministrazione, le modalità di nomina dei membri del Consiglio di amministrazione, l’organizzazione del "nuovo" dipartimento e delle cosiddette strutture di coordinamento della didattica e altri ancora.
Per avviare un confronto di merito, il più possibile ampio e aperto sul tema, unicalduemilaventi ha programmato il seminario "Verso la nuova governance d'ateneo. Le prescrizioni della legge e le opzioni possibili/auspicabili". L'incontro, che sarà aperto da un intervento dei proff. Gaetano Florio e Mauro Ghedini, si terrà giorno 24 febbraio 2011 nell'University Club dalle ore 16.30 alle 19.30.
Siete tutti invitati a partecipare e intervenire.

mercoledì 23 febbraio 2011

Lettera aperta dei Ricercatori

I Ricercatori dell'Università della Calabria scrivono una lettera a Gianluigi Greco, membro della Commissione statuto dell'Unical (link diretto).

E qui sotto ecco la risposta di Greco (link diretto).

giovedì 17 febbraio 2011

L'università pubblica

Scusandomi per il ritardo, vi segnalo questa iniziativa che si sta per tenere all'Unical:

Segnalo poi che il comunicato dei Precari Invisibili sulla Commissione Statuto è stato pubblicato su Il Quotidiano (vedi copia della pagina).
E infine eccovi un comunicato del rettore Latorre, da cui, seguendo Irene, estraggo questa citazione:
Il giorno 2, u.s., il Senato prima ed il Consiglio di Amministrazione successivamente hanno inteso assumersi in pieno il diritto – dovere di effettuare le designazioni previste dalla Legge, con deliberazioni prese all'unanimità che, aggiunte alle due designazioni fatte dagli studenti rappresentanti negli Organi di Governo dell'UniCal ed al Rettore, membro di diritto, perfezionano la composizione dell'organo preposto alla predisposizione delle modifiche di Statuto. Sono serenamente convinto che il complicato lavoro tendente a dare rappresentanza a tutte le istanze dell'Ateneo sia stato produttivo.

martedì 8 febbraio 2011

Commissione statuto: Comunicato dei Precari Invisibili

I Precari Invisibili della Ricerca - UniCal apprendono con amarezza la notizia della nomina della commissione che avrà il compito di elaborare lo statuto dell'Università della Calabria, così come determinata da Senato Accademico e Consiglio d'Amministrazione riunitisi la scorsa settimana.
L'elaborazione della carta universitaria è un atto politico di cruciale importanza perché stabilisce la distribuzione dei poteri nell’organizzazione dell’Ateneo, regola i rapporti istituzionali tra le sue varie componenti, ma soprattutto, sancisce diritti e doveri per chi ne fa parte. Pertanto la partecipazione, quanto più diffusa possibile, al processo costituente è precondizione necessaria per la legittimazione e l'accettazione condivisa dei nuovi principi che disciplineranno la vita futura dell'Ateneo.
Traendo spunto dalla Legge Gelmini e dal suo tanto sbandierato principio "anti-baronale", gli organi di "anti-governo dell'UniCal, nel chiuso delle loro sedute, hanno deciso di affidare la redazione della "nuova costituzione" a 8 professori ordinari (che sono già maggioranza rispetto ai 15 membri della commissione) sacrificando completamente la componente dei ricercatori e docenti precari e parzialmente, quella dei ricercatori strutturati, ai quali è stato "concesso" un solo membro tra quelli proposti dall'assemblea dei ricercatori. Stessa procedura di "auto-nomina" ha interessato i due rappresentanti degli studenti, con evidenti conseguenze sulla loro legittimazione da parte del popolo studentesco.
La inadeguata rappresentatività della Commissione Statuto e l’esclusione dalla stessa Commissione dei ricercatori precari, sono i segnali evidenti dello spirito oligarchico che inaugura la tanto declamata "nuova era" dell'"Università Pubblica".
Nell'ambito di questo generale deficit di democraticità che ha guidato questa prima fase del processo costituente, ancora una volta, viene ribadita nei fatti la condizione di invisibilità dei docenti e dei ricercatori precari i quali, nonostante abbiano dato prova scientifica di essere all'altezza di qualsiasi compito venga loro affidato, consolidando quotidianamente l'istituzione universitaria nella quale si impegnano, continuano a non avere alcuna possibilità di influire sulle scelte attuali e future dell'Ateneo.
I Precari Invisibili della Ricerca – UniCal continueranno, comunque, a dare voce alle istanze del precariato e a lottare per un'università più giusta e libera, fornendo il loro prezioso contributo di esperienza e innovazione in questa importante fase per l'Ateneo, e richiedendo nei prossimi giorni all'intera commissione e ai singoli membri, audizioni e incontri per esprimere valutazioni ed avanzare proposte sui principi del nuovo statuto dato che, il prevalere di tendenze verticistiche generali, inevitabilmente, si ripercuoterebbe sulla complessa e problematica "questione precari" rendendone più difficile la soluzione.

Precari Invisibili della Ricerca-Unical

mercoledì 2 febbraio 2011

Petizione Ricercatori Unical: Grazie!

Rende, 1 febbraio 2011

Oggetto: Delibera dell'Assemblea dei Ricercatori dell’Università della Calabria

L'Assemblea dei Ricercatori dell'Università della Calabria si è riunita in data 1 Febbraio 2011.
E' stata con forza ribadita la richiesta che la Commissione che riformerà lo Statuto sia composta in modo democratico e rappresenti in modo paritetico le componenti universitarie, come già espresso dalla "Petizione dei Ricercatori di Ateneo", trasmessa in data 28/01/11 e sottoscritta da 238 Ricercatori.

Per il principio di trasparenza, partecipazione e autodeterminazione delle rappresentanze, l'Assemblea dei Ricercatori ha individuato delle disponibilità per la partecipazione alla Commissione Statuto nelle persone di:

  • AIELLO Iolinda
  • ALOI Gianluca
  • BUSCEMA Carmelo
  • MIGLIORI Massimo

L'Assemblea chiede altresì che sia garantita la rappresentatività dei ricercatori precari in modo da ampliare, in seno alla commissione, la voce dei soggetti che più a lungo vivranno nell'Università costruita sui principi del nuovo statuto.

Nota: grassetto di chi ha pubblicato la comunicazione.

venerdì 28 gennaio 2011

Lettera al Rettore dalla FLC/CGIL

Con la data del 26 gennaio 2011 è stata diffusa questa lettera, evidentemente indirizzata a tutti i magnifici rettori d'Italia:

Magnifico Rettore,
con l'approvazione della Legge Gelmini prende avvio la difficile fase di ridisegno degli statuti degli Atenei in un contesto di crescente riduzione dei finanziamenti. La ripartizione del FFO, con oltre un anno di ritardo, ha evidenziato la perdita di risorse per l'intero sistema universitario di un ulteriore 4%. Restano, peraltro, confermati i tagli previsti per il prossimo triennio dalla Legge 221/2010.
La FLC CGIL, fin da subito, ha contrastato l'insieme dei provvedimenti che il governo ha adottato per minare l’autonomia, la qualità e la dimensione pubblica del sistema universitario italiano. Tuttavia, la definizione dei nuovi statuti rappresenta un passaggio delicato e importante, che deve essere inteso come un effettivo momento fondativo, capace di ravvivare gli strumenti di autogoverno della comunità universitaria e consolidarne il carattere democratico. E' proprio questa, a nostro parere, la sfida che ci consegna il drammatico contesto nel quale gli Atenei sono costretti a rivedere i propri statuti: fare di questo passaggio, a dispetto dello spirito della Legge, una opportunità di rinnovamento, di qualificazione e di riforma democratica del sistema. I movimenti di questi mesi, animati in particolare dagli studenti e dai ricercatori ma in grado di coinvolgere tutte le componenti dell'università, hanno promosso ipotesi alternative di riforma fondate su una dimensione democratica partecipativa e pubblica degli Atenei. A quello straordinario patrimonio di idee, di proposte e di istanze di autogoverno si dovrà dare piena cittadinanza. Per questa ragione noi auspichiamo che il processo di definizione dei nuovi statuti si sviluppi con trasparenza, con forme appropriate di partecipazione e che, pertanto, le modifiche agli statuti siano l'espressione della convinta adesione della maggioranza delle diverse componenti ad un progetto "culturale" che caratterizzi le università nella loro piena e più vera autonomia. Fin dalla composizione delle commissioni "statuto", alle quali verrà demandato l'onere di definire i molteplici regolamenti di Ateneo previsti dalla Legge, crediamo sia indispensabile dare uno spazio adeguato a tutte le componenti universitarie, così da renderle egualmente partecipi. In questo modo potranno dare il loro contributo, oltre ai docenti, i ricercatori strutturati e precari, gli studenti che in questi mesi hanno condotto una importante lotta a difesa dell'Università pubblica, il personale contrattualizzato che regge in maniera decisiva le molteplici attività degli Atenei. Per questa ragione la composizione delle commissioni dovrebbe avere modalità elettiva.
Coerentemente siamo anche convinti che nei futuri organi di autogoverno degli Atenei debbano esserci rappresentanze per tutte queste figure il cui contributo, oggi come domani, deve essere pienamente riconosciuto.
La FLC CGIL è determinata ad offrire un contributo positivo nello sforzo di riorganizzazione del sistema universitario italiano, svilito e messo sotto scacco da politiche scellerate. Con altrettanta decisione proseguirà, con ancora maggiore forza nel paese e negli Atenei, il contrasto ai provvedimenti del governo e alle logiche che esso vorrebbe imporre, impegnandosi a tutela e garanzia della dimensione pubblica del sistema universitario, al fianco di tutti coloro che, ricercatori, studenti, precari, docenti, personale contrattualizzato, semplici cittadini, ne hanno a cuore le sorti.
Riteniamo pertanto importante avviare subito il confronto sulle nostre richieste affinché si possano evitare decisioni unilaterali che finirebbero per mortificare ulteriormente il profilo democratico degli Atenei seriamente compromesso da una riforma burocratica e autoritaria.

Distinti saluti.
Il Segretario Generale FLC CGIL
Domenico Pantaleo

lunedì 24 gennaio 2011

In viaggio con... Enrico Natalizio

Su Facebook il gruppo In treno - riflessioni per tutti i giorni organizza periodicamente l'evento In viaggio con.... Per la prossima puntata, per parlare del ddl Gelmini, sono stati invitati Enrico Natalizio e Valentina Barrera.
Questo il profilo di Enrico:
Enrico è assegnista di ricerca presso la Facoltà di Ingegneria dell'Università della Calabria. E' membro del coordinamento nazionale dei precari dell'Università. Con Lui parleremo del decreto Gelmini e della riforma universitaria in atto, dello stato della ricerca scientifica in Italia, della precarietà professionale.
Per chi ha Facebook, ecco invece la pagina di annuncio dell'evento.

Un grazie a Pasquale Pace per la segnalazione dell'evento.

giovedì 20 gennaio 2011

Incontro con il rettore: resoconto di Pasquale Pace

Precari Invisibili della Ricerca Unical

Nei giorni scorsi una delegazione dei Precari Invisibili della Ricerca - Unical ha incontrato il rettore della suddetta università. Questo il resoconto dell'incontro, così come è stato inviato alla mailing list (a parte alcuni piccoli aggiustamenti) da Pasquale Pace:

In merito alla possibilità di salvaguardare e custodire il vivaio di competenze ed intelligenze presenti nell'Unical, il Rettore ci ha confermato la disponibilità della Regione Calabria ad estendere anche per il prossimo anno il programma di assegni post doc in modo da sopperire alla carenza di fondi.
Per quanto riguarda l'annoso problema del reclutamento sembra che sia possibile ed auspicabile pensare di avviare delle procedure per bandire posti TD dopo che saranno disponibili i decreti attuativi governativi e dopo aver reperito i fondi necessari prelevandoli da quelli stanziati per gli assegni di ricerca e da quelli messi a disposizione da eventuali dipartimenti "virtuosi". Sembra, a detta del Rettore, che i posti di ricercatori TD non siano vincolati dai meccanismi del turn-over in quanto non si tratta di posizioni consolidate, l'unico vincolo è realmente rappresentato dal reperimento dei fondi per tali contratti abbastanza costosi.
La nostra delegazione ha sottolineato che la politica dell'assegnamento di contratti di RTD deve essere guidata dal buon senso di prevedere nella programmazione triennale il budget economico per favorire l'eventuale immissione in ruolo del contrattista, una volta conseguita l'abilitazione nazionale, al termine del suo periodo così come previsto dalla legge. Inoltre, si è fatto notare come l'eventuale numero di RTDb debba essere non inferiore a quello dei RTDa per ogni struttura o dipartimento al fine di creare un reale percorso di "Tenure Track" piuttosto che una ulteriore situazione di parcheggio temporaneo con posizioni di tipo RTDa non finalizzate all'immissione in ruolo.
In ogni modo il percorso da intraprendere verso l'attuazione di tali forme contrattuali risulta essere ancora lungo e nebuloso in quanto l'attenzione particolare di tutto il corpo docenti sembra essere polarizzata verso la riscrittura dello statuto di Ateneo che rappresenta il primo passo nell'attuazione della nuova legge.
A tal proposito si è fatta esplicita richiesta di avere un rappresentante del gruppo dei precari nella commissione che riscriverà lo Statuto dell'UNICAL al fine di essere membri attivi nella definizioni delle linee di sviluppo futuro dell'UNICAL.
Il Rettore ha risposto a tale richiesta dicendo che ne sono pervenute moltissime altre da singoli e da categorie all'interno dell'ateneo e che lui può solo farsi portavoce della nostra richiesta in senato accademico senza offrire nessuna garanzia.
In conclusione: La sensazione generale da me percepita è stata quella di una mancanza di chiarezza di idee sul da farsi per gestire il prossimo futuro ed in particolare il transitorio di questa legge che rischia di trasformarsi in una terribile mannaia per molti di noi.