In merito alla costituzione e composizione del Senato Accademico, i Precari Invisibili della Ricerca auspicano che tale organo possa essere largamente rappresentativo, in termini quantitativi e qualitativi, delle diverse categorie presenti all'interno del nostro ateneo (Direttori di Dipartimento, Professori, Ricercatori, Precari della ricerca, Tecnici Amministrativi e Studenti). Date le funzioni e le competenze che la legge attribuisce ai nuovi Dipartimenti, i Precari Invisibili della Ricerca auspicano che tutti i Direttori siano presenti nel Senato Accademico in modo da garantire la presenza ad ogni macroarea scientifica, ed auspicano che sia garantita l'equilibrata rappresentanza fra le diverse componenti accademiche.
Si richiede, pertanto, la presenza di:
- almeno una figura precaria della ricerca identificata con quella di un Assegnista di Ricerca, al fine di dare voce ad una categoria di lavoratori che nel corso degli anni è sempre stata "esiliata" dagli organi di governance, nonostante la sua oggettiva numerosità e l'importante contributo all'attività scientifica e didattica dell'Ateneo.
- uno studente di Dottorato fra i posti assegnati per legge alla componente studentesca; tale richiesta è suffragata dalla evidente constatazione che il corso di studi per conseguire il Dottorato di Ricerca rappresenta il terzo livello dell'istruzione universitaria e come tale merita di trovare posto e rappresentanza in seno all’organo deputato a decidere le vitali strategie scientifiche e didattiche dell'ateneo.
Si auspica che la Commissione prenda in seria considerazione la reale attuazione di tali richieste che rafforzerebbero la trasparenza e la democraticità del Senato Accademico.
In merito alla costituzione del Consiglio di Amministrazione, i Precari Invisibili della Ricerca auspicano che il numero dei suoi componenti sia limitato a 10 unità, in modo da ridurre a 2 il numero dei componenti esterni. Anche in questo caso si richiede che all’interno della componente studentesca sia assegnato un posto ad uno studente di Dottorato di Ricerca. Si richiede, altresì, che la nomina dei membri interni di ruolo del CdA sia basata su una designazione dal basso ed includa tutte le categorie di ruolo; a tal proposito si chiede che il corpo elettorale attivo del Rettore designi una rosa di rappresentanti di tutte le categorie del personale di ruolo, tra cui il Rettore possa scegliere discrezionalmente i componenti del CdA. La rosa di nomi dovrebbe essere pari al doppio del numero di componenti da nominare. In alternativa si propone che venga affidato al Senato Accademico il compito di designare una rosa di rappresentanti del personale di ruolo, pari al doppio dei componenti da nominare, tra cui attingere per la scelta rettorale dei componenti del CdA.
A latere delle problematiche riguardanti la Governance, i Precari Invisibili della Ricerca ritengono che le seguenti questioni relative alla rappresentanza negli organi di ateneo, alla tipologia di contratti ed ai diritti dei lavoratori precari, debbano essere considerate nella riscrittura dello statuto ed approfondite in future audizioni:
Rappresentanza
- Deve essere garantita la presenza di rappresentanze elettive di ricercatori a tempo determinato e di assegnisti di ricerca in tutti i consigli di dipartimento e nelle strutture di raccordo, ponendo fine ad un'immotivata e discriminatoria esclusione.
- Deve essere istituita statutariamente l'"Anagrafe della Ricerca e della Docenza", al fine di stabilire la consistenza numerica del personale non strutturato e le relative tipologie contrattuali; l'anagrafe è funzionale peraltro alla definizione della rappresentanza sindacale dei precari.
Diritti e Contratti
- Ai lavoratori precari con qualsiasi tipo di contratto devono essere riconosciuti gli stessi diritti dei lavoratori strutturati dell'ateneo; in quest'ottica si chiede che nello statuto vengano esplicitamente introdotti degli standard minimi che sanciscano diritti e tutele di cui ciascun lavoratore dell'ateneo, precario e non, deve necessariamente usufruire prevedendo la definizione di una retribuzione minima al di sotto della quale nessun rapporto di lavoro, indipendentemente dalla tipologia contrattuale, possa in alcun modo scendere.
- Ogni anno il numero di contratti da ricercatore RTDb non dovrà essere inferiore al numero di contratti da ricercatore a tempo determinato RTDa in essere. Ciò al fine di evitare che i contratti RTDa finiscano per configurarsi come l'ennesima forma di contratto precario privo di sbocchi realistici nel sistema accademico italiano e siano invece legati ad un'effettiva possibilità di partecipazione ai contratti RTDb al fine di implementare un vero meccanismo di "tenure track".
- Dopo un periodo transitorio di 2 anni si deve dare attuazione letterale all'articolo 18, comma 5, della legge di riforma, ponendo fine al ricorso, per lo svolgimento di attività di ricerca all'interno dell'ateneo, a contratti precari diversi da quelli da ricercatori a tempo determinato (RTDa e RTDb) e dagli assegni di ricerca vietando qualsiasi ricorso a prestazioni di lavoro gratuite (si veda articolo 23 per le docenze a contratto). E' doveroso estirpare la giungla di contratti precari, privi di tutele, diritti e realistiche prospettive di sbocco, attraverso un percorso graduale e concertato, anche al fine di non trasformare l'attuazione della legge 240/2010 in un'immediata e colossale opera di licenziamento di tanti lavoratori privi di fonti di reddito alternative.
I Precari Invisibili della Ricerca-UNICAL - CPU
0 commenti:
Posta un commento