martedì 29 marzo 2011

Intervento alla Commissione Statuto del 29/03/2011

I Precari Invisibili della Ricerca hanno accolto con vivo interesse l'invito da parte della Commissione Statuto a confrontarsi su tematiche che serviranno a ridisegnare l'università dei prossimi decenni. Per tali ragioni, gli stessi si augurano che tale confronto dialettico possa essere reiterato in altre occasioni da parte della Commissione nei prossimi mesi di lavoro in modo da poter approfondire, di volta in volta, tematiche differenti anche alla luce di eventuali feedback da parte di tutti i soggetti coinvolti nel dibattito. Tale periodico ciclo di audizioni potrebbe permettere di concentrare l'intervento odierno soltanto sulle problematiche concernenti la Governance.

In merito alla costituzione e composizione del Senato Accademico, i Precari Invisibili della Ricerca auspicano che tale organo possa essere largamente rappresentativo, in termini quantitativi e qualitativi, delle diverse categorie presenti all'interno del nostro ateneo (Direttori di Dipartimento, Professori, Ricercatori, Precari della ricerca, Tecnici Amministrativi e Studenti). Date le funzioni e le competenze che la legge attribuisce ai nuovi Dipartimenti, i Precari Invisibili della Ricerca auspicano che tutti i Direttori siano presenti nel Senato Accademico in modo da garantire la presenza ad ogni macroarea scientifica, ed auspicano che sia garantita l'equilibrata rappresentanza fra le diverse componenti accademiche.

Si richiede, pertanto, la presenza di:
  • almeno una figura precaria della ricerca identificata con quella di un Assegnista di Ricerca, al fine di dare voce ad una categoria di lavoratori che nel corso degli anni è sempre stata "esiliata" dagli organi di governance, nonostante la sua oggettiva numerosità e l'importante contributo all'attività scientifica e didattica dell'Ateneo.
  • uno studente di Dottorato fra i posti assegnati per legge alla componente studentesca; tale richiesta è suffragata dalla evidente constatazione che il corso di studi per conseguire il Dottorato di Ricerca rappresenta il terzo livello dell'istruzione universitaria e come tale merita di trovare posto e rappresentanza in seno all’organo deputato a decidere le vitali strategie scientifiche e didattiche dell'ateneo.
Dati i noti vincoli di proporzionalità numerica imposti dalla legge tra di docenti di ruolo, frazione di Direttori di Dipartimento e personale non di ruolo e le esigenze di rappresentanza appena espresse, il numero minimo dovrebbe essere di almeno 27 membri.

Si auspica che la Commissione prenda in seria considerazione la reale attuazione di tali richieste che rafforzerebbero la trasparenza e la democraticità del Senato Accademico.

In merito alla costituzione del Consiglio di Amministrazione, i Precari Invisibili della Ricerca auspicano che il numero dei suoi componenti sia limitato a 10 unità, in modo da ridurre a 2 il numero dei componenti esterni. Anche in questo caso si richiede che all’interno della componente studentesca sia assegnato un posto ad uno studente di Dottorato di Ricerca. Si richiede, altresì, che la nomina dei membri interni di ruolo del CdA sia basata su una designazione dal basso ed includa tutte le categorie di ruolo; a tal proposito si chiede che il corpo elettorale attivo del Rettore designi una rosa di rappresentanti di tutte le categorie del personale di ruolo, tra cui il Rettore possa scegliere discrezionalmente i componenti del CdA. La rosa di nomi dovrebbe essere pari al doppio del numero di componenti da nominare. In alternativa si propone che venga affidato al Senato Accademico il compito di designare una rosa di rappresentanti del personale di ruolo, pari al doppio dei componenti da nominare, tra cui attingere per la scelta rettorale dei componenti del CdA.

A latere delle problematiche riguardanti la Governance, i Precari Invisibili della Ricerca ritengono che le seguenti questioni relative alla rappresentanza negli organi di ateneo, alla tipologia di contratti ed ai diritti dei lavoratori precari, debbano essere considerate nella riscrittura dello statuto ed approfondite in future audizioni:

Rappresentanza
  • Deve essere garantita la presenza di rappresentanze elettive di ricercatori a tempo determinato e di assegnisti di ricerca in tutti i consigli di dipartimento e nelle strutture di raccordo, ponendo fine ad un'immotivata e discriminatoria esclusione.
  • Deve essere istituita statutariamente l'"Anagrafe della Ricerca e della Docenza", al fine di stabilire la consistenza numerica del personale non strutturato e le relative tipologie contrattuali; l'anagrafe è funzionale peraltro alla definizione della rappresentanza sindacale dei precari.

Diritti e Contratti
  • Ai lavoratori precari con qualsiasi tipo di contratto devono essere riconosciuti gli stessi diritti dei lavoratori strutturati dell'ateneo; in quest'ottica si chiede che nello statuto vengano esplicitamente introdotti degli standard minimi che sanciscano diritti e tutele di cui ciascun lavoratore dell'ateneo, precario e non, deve necessariamente usufruire prevedendo la definizione di una retribuzione minima al di sotto della quale nessun rapporto di lavoro, indipendentemente dalla tipologia contrattuale, possa in alcun modo scendere.
  • Ogni anno il numero di contratti da ricercatore RTDb non dovrà essere inferiore al numero di contratti da ricercatore a tempo determinato RTDa in essere. Ciò al fine di evitare che i contratti RTDa finiscano per configurarsi come l'ennesima forma di contratto precario privo di sbocchi realistici nel sistema accademico italiano e siano invece legati ad un'effettiva possibilità di partecipazione ai contratti RTDb al fine di implementare un vero meccanismo di "tenure track".
  • Dopo un periodo transitorio di 2 anni si deve dare attuazione letterale all'articolo 18, comma 5, della legge di riforma, ponendo fine al ricorso, per lo svolgimento di attività di ricerca all'interno dell'ateneo, a contratti precari diversi da quelli da ricercatori a tempo determinato (RTDa e RTDb) e dagli assegni di ricerca vietando qualsiasi ricorso a prestazioni di lavoro gratuite (si veda articolo 23 per le docenze a contratto). E' doveroso estirpare la giungla di contratti precari, privi di tutele, diritti e realistiche prospettive di sbocco, attraverso un percorso graduale e concertato, anche al fine di non trasformare l'attuazione della legge 240/2010 in un'immediata e colossale opera di licenziamento di tanti lavoratori privi di fonti di reddito alternative.

I Precari Invisibili della Ricerca-UNICAL - CPU

lunedì 28 febbraio 2011

Lettera aperta ai colleghi ricercatori

Riguardo la vicenda della Commissione Statuto presso l'Università della Calabria, abbiamo pubblicato tre lettere, due il 23 febbraio e l'ultima il 25 febbraio. La vicenda si arricchisce di una nuova missiva che l'Assemblea dei Ricercatori invia ai rappresentanti dei ricercatori nel CdA dell'Unical, dott.ssa Rossella Morrone e ing. Pasquale legato.
Questo il testo della lettera:

I ricercatori di questo Ateneo hanno preso atto delle determinazioni del CdA che, riunitosi il 2 u.s., ha immediatamente esercitato le proprie attribuzioni definite dalla Legge 240/2010, designando sei dei dodici componenti nominati della Commissione incaricata di riscrivere lo Statuto dell'UNICAL.
L'intero svolgersi della vicenda, che ha portato il CdA ad individuare i due nominativi nell'ambito della componente dei Ricercatori, ha destato grande sconcerto all'intera categoria: i princìpi di democrazia, trasparenza e rappresentatività, chiaramente espressi nella petizione, sottoscritta da 238 colleghi e consegnata al Rettore dell'Università, avrebbero certamente meritato comportamenti diversi da parte dei nostri Rappresentanti, a partire dalla gestione della fase di raccolta delle disponibilità di alcuni colleghi a fare parte della Commissione.  
Per questo motivo, a seguito delle nomine emerse in CdA, l'Assemblea dei Ricercatori dell'UNICAL si è riunita in data 16 u.s., richiedendo la presenza dei suoi Rappresentanti per avere chiarimenti di metodo e di merito circa:
  1. la mancata convocazione da parte dei Rappresentanti dei Ricercatori di un'assemblea precedente alla data prevista per la seduta del CdA in cui si è proceduto alle nomine;
  2. la loro assenza alle Assemblee auto‐convocate (18 gennaio e 1 febbraio) per formulare una
    proposta unitaria dei Ricercatori dell'Ateneo;
  3. le logiche da questi stessi adottate per la designazione dei componenti della Commissione
    Statuto nel corso dell’ultima seduta del CdA.
Rossella Morrone si è presentata all'Assemblea per cercare di fare chiarezza sul suo operato, rispondendo alle domande dei presenti, mentre Pasquale Legato, con la sua assenza e col suo silenzio, ha scelto di erigere un muro davanti al suo corpo elettorale. L'intervento della collega Morrone ha confermato quello scollamento ormai insanabile tra il suo operare e il mandato di rappresentanza al quale, evidentemente, non si sente più legata. Ella ha condiviso con i suoi rappresentati lo sdegno per i metodi adottati per la nomina della Commissione Statuto, ma si è anche contemporaneamente sottomessa a quelle «spinte autoritarie e logiche di subalternità», da lei deprecate nel suo programma elettorale dell'ottobre 2009, infrangendo il «rispetto di regole morali condivise e di comportamenti trasparenti» che aveva proclamato essere i suoi punti di forza nel rappresentarci. Èper noi inaccettabile sia che Ella si sia piegata ai metodi antidemocratici del Rettore (e il voto dato all'unanimità è la prova), sia che abbia delegato ad altri le sue prerogative, legittimando delle scelte che spettavano solo ai rappresentanti dei Ricercatori.  
Quanto detto sancisce un'insanabile frattura nel rapporto tra rappresentati e rappresentanti, venendo a mancare il rapporto di fiducia, costruito sul dialogo, sul confronto e sull'ascolto, che è alla base delle rappresentanze democratiche.
Avendo preso atto dell'operato dei due Rappresentanti, l'Assemblea dei Ricercatori dell'UNICAL ha unanimemente concordato che non sussistono più i presupposti di rappresentatività e come atto di responsabilità chiede loro di rassegnare le dimissioni. Ciò potrà consentire l'indizione di nuove elezioni al fine di ristabilire i princìpi di rappresentatività e partecipazione e restituire piena legittimità alla rappresentanza di categoria.

La lettera è datata 16 febbraio.
Intanto per la giornata di domani è prevista una assemblea di ateneo sulla riforma Gelmini.

venerdì 25 febbraio 2011

Lettera aperta a Gianluigi Greco

Enrico ha inoltrato nel gruppo una lettera aperta di risposta allo scambio di lettere di cui abbiamo dato conto un paio di giorni fa. Questo il testo che il ricercatore, Alberto Di Renzo, ha inviato via e-mail:

Caro Gianluigi,
ti scrivo direttamente (ma rendo pubblico il messaggio) come Ricercatore, null'altro, per esprimerti alcune considerazioni personali. So molto poco di te perché non sei noto ai più, ma anch'io sono un signor Nessuno.
Ti voglio innanzitutto ringraziare per non aver fatto cadere nel vuoto la lettera aperta indirizzatati, preferendo una lettera di risposta ad un pesante silenzio che certamente ti avrebbe reso ancor più sospettabile di complicità con il sistema di nomine dei membri della commissione di quanto tu lo sia ora.
Tuttavia, il contenuto della tua lettera mi ha suscitato, come Ricercatore, una serie di riflessioni che non posso non evidenziarti. In sostanza, tu dici (i) che la tua conversione dal no al si è nata in nome del tuo pragmatismo, (ii) che l'assemblea dei ricercatori non è sufficientemente rappresentativa da avere il diritto di "sfiduciarti" e (iii) che, comunque, ti piacerebbe confrontarti con i colleghi ricercatori nel merito delle questioni relative allo statuto, andando oltre il meccanismo che ti ha condotto nella tua posizione.
Trovo il primo punto tutt'altro che chiarificatore e convincente, ma non è per questo che scrivo. Ci sarebbe anche dell'altro, ma ritengo lo strumento dell'email inadatto.
Il secondo punto mi preme particolarmente. Mi costringi a sottolineare che forse chi si sforza e si impegna, sottraendo tempo e risorse agli altri impegni, per organizzare assemblee, discutere, dibattere e confrontarsi sulle questioni di interesse per la categoria o per difendere una qualunque causa (di cui beneficiano, tra l'altro, anche coloro che non muovono un dito) merita molto più rispetto che una semplice derubricazione a "siete quattro gatti". I componenti la "rosa" di candidati a far parte della commissione sono stati infatti partoriti (è stato proprio un travaglio) dopo diversi incontri e riunioni più o meno partecipate (ti cito ad esempio i nomi provenienti da Ingegneria, designati da un'assemblea di facoltà all'unanimità - circa 50 persone su 103 - prima, e confermati da quella di ateneo - lì eri presente - poi). Tali candidature sono culminate nella rosa nell'assemblea a cui hai preso parte, anche lì dopo ampio dibattito, nomi che si sono aggiunti e poi ritirati ecc. ecc.
Aggiungo che gli stessi ricercatori dell'assemblea hanno presentato una petizione auspicando la massima democraticità e trasparenza in un momento così delicato, che è stata firmata da 250 ricercatori. In ultimo ti segnalo che non esistono altre riunioni pubbliche tra colleghi, altre assemblee di ricercatori all'Unical (neanche di altre fasce, tranne recentissime eccezioni). Tutti coloro che tengono viva l'attenzione, oggi, sono lì.
A questo si contrappone l'improvvisa comparsa della tua candidatura e nomina, a inaccettabile beffa delle valide candidature presentate nell'ambito della rosa (alcune peraltro molto affini alla tua "area", quindi non difficilmente incastonabili in un disegno di equilibri da conciliare).
Capirai che la tua posizione non può che apparire legittimata solo da te stesso e da qualcuno della tua ristrettissima "area". Se vuoi, confrontiamo numericamente le firme di colleghi che supportano la tua candidatura nella tua Facoltà (che magari hanno tutto l'interesse ad avere te in commissione), contro le firme di colleghi ad essa contrari della Facoltà di Ingegneria (che di certo non possono essere tacciati di farlo per interesse perché in nessun caso sarebbe nominato al tuo posto un altro commissario oltre Gianluca Aloi).
Ma non è solo una questione formale e di numeri, o di non sufficiente carica positiva e propositiva da parte tua. La tua posizione ha comportato già gravi danni nell'organicità della categoria. Cito, ad esempio, che i rappresentanti di categoria in CdA hanno ricevuto una formale richiesta a dimettersi, principalmente a causa della tua nomina, con la conseguente insanabile spaccatura interna tra coloro che tentano di ragionare sul ruolo dei ricercatori nell'Ateneo e la loro rappresentanza negli organi decisionali.
A questo punto, la tua pur ammirevole volontà di partecipare alle discussioni e ai confronti pubblici non può avvenire nella tua qualità di Commissario nominato dall'esterno. In queste condizioni capirai che è inammissibile accettare di confrontarsi e di essere rappresentati in Commissione da una persona il cui ruolo è iniziato in contrapposizione e che rischia di distruggere ulteriormente quanto viene faticosamente portato avanti dall'Assemblea.
Durante l'ultima assemblea è stato notato che ti eri reso disponibile a far parte del gruppo di lavoro che si sarebbe occupato dello statuto, quindi io credo davvero che tu sia animato da uno spirito sinceramente costruttivo. Tuttavia, finché mancherai della giusta legittimazione e non darai dimostrazione di voler davvero "costruire" delle idee da maturare insieme agli altri, rinunciando, con un gesto sofferto ma certamente di grande responsabilità, al ruolo che ti hanno/sei affibbiato, sarà difficile per te guadagnare la credibilità e il rispetto che pensi di meritare.
Ti invito pertanto a considerare seriamente la possibilità di rimettere il mandato, lasciando spazio a chi si è creato una posizione stimata e rispettata molto più concretamente e faticosamente di te, e magari a rimanere comunque, pragmaticamente ed a scanso di ogni equivoco, in prima fila nel gravoso compito che impegnerà tutto l'Ateneo e i Ricercatori in particolare. Questo sì che significherebbe contribuire a costruire davvero qualcosa di utile per tutti.

Un saluto cordiale dal sig. Nessuno,
Alberto

giovedì 24 febbraio 2011

Unical 2020 2.a edizione

Riceviamo e inoltriamo:

Cari colleghi,
come è noto, la recente legge 30 dicembre 2010, n. 240 su "Norme in materia di organizzazione delle università, di personale accademico e reclutamento, nonché delega al Governo per incentivare la qualità e l'efficienza del sistema universitario", pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 10 del 14 gennaio 2011, prevede, tra l'altro, significativi cambiamenti dell’attuale architettura dei ruoli e delle relazioni tra gli organi interni all'università. I nuovi statuti, sulla base delle prescrizioni normative, dovranno disegnare gli assetti regolativi di governo degli atenei e precisare funzioni e connessioni tra le diverse figure e strutture istituzionali. L'efficacia del disegno è molto importante per la qualità dei processi didattici e di ricerca, per l'efficienza e la trasparenza della gestione e, più in generale, per la qualità della democrazia interna.
Il cambiamento della governance presuppone affrontare e sciogliere diversi nodi critici, come l'individuazione del punto di equilibrio decisionale tra Senato e Consiglio di amministrazione, le modalità di nomina dei membri del Consiglio di amministrazione, l’organizzazione del "nuovo" dipartimento e delle cosiddette strutture di coordinamento della didattica e altri ancora.
Per avviare un confronto di merito, il più possibile ampio e aperto sul tema, unicalduemilaventi ha programmato il seminario "Verso la nuova governance d'ateneo. Le prescrizioni della legge e le opzioni possibili/auspicabili". L'incontro, che sarà aperto da un intervento dei proff. Gaetano Florio e Mauro Ghedini, si terrà giorno 24 febbraio 2011 nell'University Club dalle ore 16.30 alle 19.30.
Siete tutti invitati a partecipare e intervenire.

mercoledì 23 febbraio 2011

Lettera aperta dei Ricercatori

I Ricercatori dell'Università della Calabria scrivono una lettera a Gianluigi Greco, membro della Commissione statuto dell'Unical (link diretto).

E qui sotto ecco la risposta di Greco (link diretto).

giovedì 17 febbraio 2011

L'università pubblica

Scusandomi per il ritardo, vi segnalo questa iniziativa che si sta per tenere all'Unical:

Segnalo poi che il comunicato dei Precari Invisibili sulla Commissione Statuto è stato pubblicato su Il Quotidiano (vedi copia della pagina).
E infine eccovi un comunicato del rettore Latorre, da cui, seguendo Irene, estraggo questa citazione:
Il giorno 2, u.s., il Senato prima ed il Consiglio di Amministrazione successivamente hanno inteso assumersi in pieno il diritto – dovere di effettuare le designazioni previste dalla Legge, con deliberazioni prese all'unanimità che, aggiunte alle due designazioni fatte dagli studenti rappresentanti negli Organi di Governo dell'UniCal ed al Rettore, membro di diritto, perfezionano la composizione dell'organo preposto alla predisposizione delle modifiche di Statuto. Sono serenamente convinto che il complicato lavoro tendente a dare rappresentanza a tutte le istanze dell'Ateneo sia stato produttivo.

martedì 8 febbraio 2011

Commissione statuto: Comunicato dei Precari Invisibili

I Precari Invisibili della Ricerca - UniCal apprendono con amarezza la notizia della nomina della commissione che avrà il compito di elaborare lo statuto dell'Università della Calabria, così come determinata da Senato Accademico e Consiglio d'Amministrazione riunitisi la scorsa settimana.
L'elaborazione della carta universitaria è un atto politico di cruciale importanza perché stabilisce la distribuzione dei poteri nell’organizzazione dell’Ateneo, regola i rapporti istituzionali tra le sue varie componenti, ma soprattutto, sancisce diritti e doveri per chi ne fa parte. Pertanto la partecipazione, quanto più diffusa possibile, al processo costituente è precondizione necessaria per la legittimazione e l'accettazione condivisa dei nuovi principi che disciplineranno la vita futura dell'Ateneo.
Traendo spunto dalla Legge Gelmini e dal suo tanto sbandierato principio "anti-baronale", gli organi di "anti-governo dell'UniCal, nel chiuso delle loro sedute, hanno deciso di affidare la redazione della "nuova costituzione" a 8 professori ordinari (che sono già maggioranza rispetto ai 15 membri della commissione) sacrificando completamente la componente dei ricercatori e docenti precari e parzialmente, quella dei ricercatori strutturati, ai quali è stato "concesso" un solo membro tra quelli proposti dall'assemblea dei ricercatori. Stessa procedura di "auto-nomina" ha interessato i due rappresentanti degli studenti, con evidenti conseguenze sulla loro legittimazione da parte del popolo studentesco.
La inadeguata rappresentatività della Commissione Statuto e l’esclusione dalla stessa Commissione dei ricercatori precari, sono i segnali evidenti dello spirito oligarchico che inaugura la tanto declamata "nuova era" dell'"Università Pubblica".
Nell'ambito di questo generale deficit di democraticità che ha guidato questa prima fase del processo costituente, ancora una volta, viene ribadita nei fatti la condizione di invisibilità dei docenti e dei ricercatori precari i quali, nonostante abbiano dato prova scientifica di essere all'altezza di qualsiasi compito venga loro affidato, consolidando quotidianamente l'istituzione universitaria nella quale si impegnano, continuano a non avere alcuna possibilità di influire sulle scelte attuali e future dell'Ateneo.
I Precari Invisibili della Ricerca – UniCal continueranno, comunque, a dare voce alle istanze del precariato e a lottare per un'università più giusta e libera, fornendo il loro prezioso contributo di esperienza e innovazione in questa importante fase per l'Ateneo, e richiedendo nei prossimi giorni all'intera commissione e ai singoli membri, audizioni e incontri per esprimere valutazioni ed avanzare proposte sui principi del nuovo statuto dato che, il prevalere di tendenze verticistiche generali, inevitabilmente, si ripercuoterebbe sulla complessa e problematica "questione precari" rendendone più difficile la soluzione.

Precari Invisibili della Ricerca-Unical