venerdì 6 aprile 2012

Il valore legale del titolo di studio e altre facezie

E' da tempo, soprattutto con l'arrivo dell'attuale riforma Gelmini, che si parla del valore legale del titolo di studio. L'idea di fondo della politica degli ultimi anni sarebbe quella di eliminarlo (a mio parere sarebbe, però, l'eventuale ultima mossa da fare all'interno di una riforma completa della pubblica amministrazione, visto che solo in quest'ambito il titolo di studio ha un effettivo valore legale), e il ministero, a quanto sembra, ha intenzione di sondare i pareri della gente sul tema. La consultazione, aperta comunque a tutti previa registrazione,
(...) ha come destinatari tutti i soggetti interessati. Coloro che, in altre parole, sono direttamente o indirettamente interessati al tema e hanno voglia di esprimere la propria opinione. Gli interlocutori privilegiati sono quindi i singoli cittadini che operano nei settori dell'istruzione, della formazione, delle professioni e, più in generale, nel mondo del lavoro, pubblico e privato.
I Giovani Democratici della Toscana hanno avuto modo di crtiticare la scelta del ministero e hanno anzi proposto una contro-consultazione, anche questa aperta a tutti (ma senza necessità di doversi registrare).
Questo tema in particolare, comunque, è solo uno dei molti trattati nella recente assemblea nazionale sull'Università tenutasi il 24 marzo 2012 a Bologna. Università Bene Comune ha pubblicato il documento conclusivo. Da quel documento vi estraggo la parte propositiva, giusto per far comprendere che non ci sono (e non ci sono state) solo critiche e proteste all'interno del mondo universitario:
1) propone di avviare in tutti gli atenei italiani e in ogni dipartimento e facoltà una discussione sui decreti sul diritto allo studio e sul reclutamento negli atenei, già approvati eppure mai discussi se non in rari casi all'interno degli ate­nei, con la sottomissione e l'approvazione di mozioni sui decreti suddetti;
2) propone di costituire un ambito di discussione trasversale, da articolare a livello di ateneo, per sviluppare proposte e iniziative sui temi contenuti in questo documento;
3) propone di costituire un nucleo di coordinamento che viva nei territori e metta in contatto le varie organizzazioni che lavorano sull'Università e la scuola pubblica, al fine di mostrare la con­tinuità e l'importanza di ogni ruolo: studenti, insegnanti, docenti, ricercatori precari e strutturati, PTA, dottorandi e chiunque viva dal basso l'università e la scuola;
4) chiede l'immediata assunzione di tutti i ricercatori vincitori di concorso in attesa di presa di servizio;
5) propone che in tutte le sedi ci si impegni per far modificare gli Statuti nella direzione della massima democraticità, a partire da l'elezione diretta dei Consigli di Amministrazione da parte di tutti i componenti;
6) propone di pensare e realizzare iniziative di testimonianza e protesta anche al di fuori del­l'ambito universitario;
7) promuove la costituzione di un coordinamento tra scuola, università, cultura ed enti di ricerca da realizzare a livello locale e nazionale;
8) propone la costituzione di un gruppo che effettui un monitoraggio costante dell'attività del­l'Anvur;
9) propone di restituire l'autonomia agli atenei accoppiandola ad un'effettiva responsabilizza­zione della loro gestione; responsabilizzazione che non è ottenibile fuori da un modello di gover­no che si invera nel ruolo unico;
10) ritiene indifferibile portare il finanziamento pubblico dell'università italiana alla media eu­ropea;
11) propone la costituzione di un gruppo di lavoro che delinei in un documento un progetto ar­ticolato contenente le linee culturali e le modalità operative attraverso cui costruire u'’università più democratica, aperta e di qualità.

mercoledì 7 marzo 2012

Turnover al 10% col nuovo decreto MIUR

Anche se con un certo ritardo, poiché la notizia è di fine febbraio, vi propongo un esame di un recente decreto del MIUR che a quanto sembra abbasserebbe (anche se forse non per tutte le università) il turnover al 10%. La notizia, proveniente dall'Università di Torino, è circolata via e-mail nella mailing list dei Precari Invisibili della Calabria e vi propongo il testo, a firma di Alessandro Ferretti, di quella e-mail, con giusto alcuni aggiustamenti di html:

Cari colleghi,
vi disturbo per segnalarvi il pericolo insito nel decreto legislativo 437, che è attualmente in fase di approvazione da parte del Consiglio dei Ministri.
Una disamina analitica la trovate su Roars.
In estrema sintesi, il decreto pone nuovi limiti a reclutamento e passaggi di carriera.
Attualmente 12 atenei sforano il limite del 90% sul rapporto (stipendi personale strutturato)/(ffo) e quindi non possono reclutare, mentre gli altri 51 possono impiegare il 50% dei punti organico derivanti da cessazione.
Con il decreto si introduce un nuovo indicatore: il rapporto tra (stipendi personale strutturato e non strutturato)/(ffo + tasse studentesche). A pagina 15 della relazione tecnica del MIUR stesso ci sono un paio di tabelle da cui si desume che, con l'introduzione del nuovo parametro
  • 37 atenei si troveranno a poter impiegare solo il 10% dei punti organico,
  • 11 ne potranno impiegare il 25%
  • i restanti 17 avranno la possibilità di impiegare il 50% o più.
  • Attualmente l'Università di Torino è vicinissima al vecchio limite del 90%, quindi con tutta probabilità ricadrà nella casistica "turnover al 10%".
Notate bene che questo provvedimento non bloccherà i concorsi bensì le prese di servizio, quindi si rischia di non poter assumere i vincitori dei concorsi attualmente in corso di svolgimento.
Infine, il nuovo indicatore include a denominatore le tasse studentesche, quindi favorisce gli atenei con le tasse più alte.
Ieri [1 marzo] la CRUI ha diffuso il resoconto della sua Assemblea, dedicata quasi interamente a questo decreto, e a fronte delle ovvie preoccupazioni per questa mannaia ha proposto esplicitamente come soluzione "la pura e semplice abrogazione dell?art. 5 del DPR 306/97", ovvero l'abolizione di ogni limite alle tasse universitarie studentesche: neppure in UK ci si è spinti a tanto.
IL rischio è quindi duplice: da una parte una strozzatura inaudita e permanente (non ci sono limiti temporali al provvedimento) a reclutamento e progressioni di carriera e dall'altra una parziale compensazione tramite la liberalizzazione delle tasse universitarie, con la conseguente soppressione "pura e semplice" del diritto allo studio e il disimpegno dello Stato dal finanziamento all'università pubblica, come chiesto a gran voce da Pietro Ichino e soci.

Il 2 marzo il Consiglio di Facoltà dell'Università di Torino si è quindi riunito per discutere la questione, producendo una mozione, che può essere letta sul blog del CPU.

sabato 19 novembre 2011

Senza dottorato non si cresce

Presso l'Aula Magna del Dipartimento di Fisica dell'Università di Catania si terrà martedì 22 novembre alle 16 un'assemblea pubblica sul dottorato. Questo è il comunicato ufficiale diffuso da Collettivo Gatti fisici, Movimento Studentesco Catanese, Coordinamento Precari della Ricerca - Università di Catania, Coordinamento Unico d'Ateneo, Coordinamento in Difesa della Scuola Pubblica Statale (si ringrazia Chiara Rizzica per l'invio sulla mailing list del gruppo):

L'Università di Catania elimina il dottorato di ricerca per far quadrarei l bilancio e pone l'ennesima ipoteca sul suo futuro

Il Senato Accademico, nella seduta del 26 Luglio 2011, ha deciso di dirottare le risorse destinate alle borse di dottorato per laureati sui fondi dei Progetti di Ricerca d'Ateneo per i docenti. Il bilancio dell'ateneo, già falcidiato dai tagli del finanziamento ordinario, imposti dal Governo, non contempla risorse sufficienti per finanziare sia la ricerca dei dottorandi che quella dei docenti. Quindi delle due l'una. Per quest'anno, meglio i professori che i giovani ricercatori. Anche se, ad oggi, questi fondi destinati ai docenti non sono stati ancora erogati. Delle due nessuna, infine!
I corsi di dottorato di ricerca 2011, invece, sono stati attivati e il bando per l'ammissione scade il 24 novembre. Ma, se nel 2008, prima della catastrofe Gelmini, il candidato dottorando poteva scegliere tra 93 corsi attivati, nel 2011 i corsi sono ridotti a 3.
E se nel 2010, nonostante la seconda tornata di tagli indifferenziati, i posti disponibili erano 124, nel 2011 sono solo 36.
E ancora: se fino al 2010 il candidato dottorando poteva contare su 62 borse di studio, pari alla metà dei posti, nel 2011 - complice l'iniziativa zelante del Ministero dell'Università che ha "liberato" gli atenei dal vincolo di finanziare borse di dottorato - i posti messi a concorso sono pochi e le borse di studio sono finanziate tutte da enti esterni all'ateneo.
Partono i corsi di dottorato, dunque, ma si perdono tutte le borse di studio finanziate fino ad oggi dall'Università di Catania. Partono solo i corsi di dottorato "a costo zero" per l'ateneo, agli altri si rinuncia, oppure – come deciso dal ministro - pagheranno tutto i dottorandi con le tasse di iscrizione. La ricerca resta un progetto per pochissimi, meglio se danarosi.

Questa non è un'università per dottorandi. Questa non è la nostra università.

Quali opportunità per la ricerca nell'ateneo di Catania? Quale progetto per la comunità scientifica? Quale futuro per i suoi laureati? E soprattutto, quale ricerca senza nuovi ricercatori e quale crescita scientifica senza ricerca?
Mentre le istituzioni e i vertici dell'Ateneo tacciono sul futuro dell'Università di Catania, trascurando le gravissime ricadute sull'occupazione e sullo sviluppo del territorio attraverso la valorizzazione delle proprie risorse intellettuali, gli studenti, i precari della docenza e della ricerca, i ricercatori e i docenti continuano a difendere un'idea diversa di università pubblica, pluralista e solidale e invitano tutta la comunità universitaria a partecipare all'assemblea pubblica sul dottorato di ricerca.

Per un'idea diversa di società, per un'idea diversa di Paese.

martedì 27 settembre 2011

La notte dei ricercatori 2011

La Notte dei ricercatori è un evento istituito a livello europeo, che ha come obiettivo quello di raccontare la scienza e la ricerca. Ne hanno parlato anche sulla Rai, alla trasmissione Geo&Geo:
In questo periodo stanno iniziando anche a girare sulla rete un po' di video girati durante l'iniziativa (notte del 23 settembre), che ha unito alcune città italiane da nord a sud. Iniziamo con Palermo, con un video realizzato da TvSpace di Aldo Gagliano:
E saliamo verso nord, a Napoli, all'Osservatorio di Capodimonte, per la precisione:
E saliamo un altro po', fino a Bologna con Joe il Fotone:
E a Cosenza? A quanto pare a Cosenza non è andata proprio bene...

lunedì 20 giugno 2011

Tutti in piedi! Entra Enrico

Tutti in piedi! è uno speciale, trasmesso via web il 17 giugno 2011 per i 110 anni della Fiom, realizzato dalla redazione di Anno Zero e presentato da Serena Dandini. A un certo punto, riprendendo le polemiche sulle dichiarazioni del ministro Brunetta sull'Italia peggiore, intervengono nella trasmissione due rappresentanti del mondo della scuola e dell'università. Ovviamente due precari. L'intero spezzone cui mi riferisco potete trovarlo su youtube postato dalla redazione de Il Fatto Quotidiano, che ha in pratica realizzato una sorta di streaming dell'intero evento postando gli spezzoni pochi minuti dopo la loro effettiva messa in onda sulla rete.
Torniamo, però, a noi: come rappresentante dei precari dell'Università l'intervento viene affidato al nostro Enrico Natalizio. Ho estratto quello spezzone e lo propongo a tutti i lettori:
Nel suo sentito discorso, Enrico sottolinea alcuni punti che mi sembra interessante non lasciare cadere lì, senza link di approfondimento.
Innanzitutto la lotta, o più che altro i tentativi di farsi sentire, iniziata nel 2008: non è un caso che questo blog inizia proprio nel 2008, anche se già da almeno un mese avevo iniziato a scrivere alcuni resoconti su Stipaturi. E questi sono dati di fatto che mi piace sottolineare in questa sede.
E poi il buon Enrico cita l'IIT, l'istituto tecnologico voluto fortemente da Tremonti, e che potete confrontare con gli altri istituti di ricerca italiani: ho giocato un po' con i numeri, e leggete un po' cosa avevo scritto poco più di un mese fa:
Ho poi provato a giocare ulteriormente con i numeri, scoprendo che senza l'ITT e smistando su CNR e INAF i fondi previsti per l'ente tremontiano, la situazione si equilibrerebbe (a fronte della perdita dei lavoratori e delle pubblicazioni). Un'ulteriore equilibratura si otterrebbe smistando personale e quindi anche pubblicazioni tra i vari enti.
Tutto questo, poi, è legato al più ampio discorso sul merito, che non ha senso approfondire più di tanto perché ognuno ha il suo modo per valutarlo, il merito, ma ogni modo ha un paio di punti in comune: i principi di trasparenza e di responsabilità.
Trasparenza nelle procedure di valutazione e responsabilità nei confronti delle scelte fatte.

Per completare, però, eccovi anche la splendida e-mail che Enrico ha inviato alla mailing list nazionale e a quella del Gruppo dei Precari Invisibili (cui continuo ad appartenere un po' impropriamente...)
Ciao a tutti,

vi scrivo dopo l'esperienza di Tuttiinpiedi, in primo luogo perchè voglio condividere con voi tutti i messaggi d'affetto che ho ricevuto da persone dentro e fuori i nostri gruppi precari e poi per raccontarvi brevemente la serata, le emozioni e le possibili prospettive.

Ci leggono in cc due persone che sono state importantissime per la riuscita della serata: la prima è Maurizia Russo Spena, che sono sicuro non necessiti di presentazioni, la seconda è Valentina Vitale, che è una delle giornaliste della redazione di Annozero, in particolare quella che ha messo insieme tutti gli ospiti provenienti dalla società civile e al cui lavoro va tributato un grandissimo GRAZIE!

Non vi tedio con dettagli da "dietro le quinte", piuttosto vorrei farvi partecipi dell'incredibile atmosfera di gioia, entusiasmo e voglia di cambiamento che si respirava grazie alla determinazione e alla dolcezza di Maurizia, alla grinta di Barbara, alla forza delle idee di Claudio lo studente che sarei voluto essere, alla profondissima umanità e schiettezza di Felice il pastore sardo, alla preparazione e alla capacità comunicativa di Edda la signora peruviana e poi soprattutto grazie a tutta quella gente che è rimasta lì anche mentre pioveva, in grandissima parte giovani che aspettavano ogni singola fiammella da parte di chi parlava con loro e per loro per far divampare un incendio di passione civile.

E' stato un onore per me e per noi essere in mezzo a questa gente. E' stato bellissimo scoprire che il pessimismo e lo scoramento vissuti in tanti momenti durante le nostre battaglie non avevano diritto di esistere, perchè anche se inascoltati dai palazzi, i nostri messaggi non hanno mai smesso di fare presa sulla gente, anche se sconfitti dal parlamento, abbiamo svegliato e vinto tantissime personi comuni alla nostra causa.

Forse non mangeremo i frutti che verranno dai semi che abbiamo piantato, ma toccava a noi adesso fare tutto quello che abbiamo fatto.

La serata di venerdì, a mio avviso, è stata importantissima perchè ha realizzato quello che tante volte abbiamo immaginato e sperato nelle nostre lunghe conversazioni, permetterci di avere un ruolo da protagonisti nel cambiamento del nostro paese, insieme a tanta altra gente onesta.
Personalmente penso che non dobbiamo disperdere i contatti che la trasmissione ci ha fornito, e dobbiamo pensare a come organizzarci insieme a Maurizia, Barbara, Claudio, Felice, Edda e i loro mondi per spingere insieme verso il cambiamento.
Una nuova possibilità ci è data ancora dalla FIOM che organizza a Sesto San Giovanni il 24-25-26 giugno una tre giorni di dibattiti (programma). In particolare sabato 25 Giugno siamo stati invitati, al momento informalmente, direttamente da Landini, a partecipare all'assemblea della mattina di movimenti e associazioni su "il lavoro è un bene comune". Spero che i ragazzi di Milano, Torino, Bologna, Padova riescano a partecipare a quell'assemblea, non ho ancora dettagli di come sarà organizzata, ma li girerò in mailing list non appena me li comunicheranno.

Oltre a quest'iniziativa, credo dovremmo pensarne altre per continuare a farci sentire insieme al resto dell'Italia migliore.

Un abbraccio grandissimo e ancora grazie per i vostri messaggi d'affetto,
a presto

Enrico

P.S.: la raccomandazione è la solita: diffondete il video ma ricordatevi di fare riferimento a questo post o, almeno, al blog.

giovedì 9 giugno 2011

Regolamento Ricercatore a tempo determinato: osservazioni

In relazione con quanto sta accadendo presso l'Unical, i Precari Invisibili hanno chiesto nei giorni scorsi una audizione presso il Senato Accademico di domani, proponendo anche alcune osservazioni che andiamo qui sotto a riportare (scusandoci per il ritardo):

Presa visione del regolamento RTD approvato dal Co.Co.P. dell'Università della Calabria in data 20 Aprile 2011, i Precari invisibili della Ricerca – CPU Unical sottopongono all'attenzione degli organi d'Ateneo le seguenti osservazioni in merito ad alcuni punti di particolare criticità del Regolamento stesso, con lo scopo di contribuire al dibattito in corso sulla normativa in oggetto puntando ad una revisione di quest'ultima in senso più equo e garantista dei diritti e delle condizioni di lavoro dei futuri "ricercatori a contratto".
- Il vincolo imposto dall’art 3 del regolamento RTD del 20 Aprile riguardante la risoluzione senza corrispettivo del contratto per mancato rifinanziamento da parte dell’Unical, deve essere rimosso per la figura di ricercatore RTDa; in aggiunta, a garanzia di un reale percorso di "tenure track" per gli RTDb, si deve garantire obbligatoriamente che le strutture (i neo dipartimenti) impegnino le risorse piene (0.7 punti di budget) per il diretto inquadramento nel ruolo di PA nel caso di superamento dell'idoneità nazionale.
- Per i ricercatori RTDa ed RTDb deve essere garantito che l’impegno annuo complessivo per lo svolgimento delle attività di didattica, di didattica integrativa e di servizio agli studenti resti nei vincoli della legge Gelmini ed in particolare tali attività potrebbero essere convertite, previo il consenso da parte dell'interessato, in un monte ore di didattica frontale curriculare gratuita prevedendo un limite massimo omogeneo per tutti i dipartimenti ed auspicalmente non superiore alle 60 ore. Qualora fosse richiesto di svolgere attività didattica frontale superiore alle 60 ore questa dovrà essere pagata come supplenza al massimo valore previsto dalle norme sui corsi a contratto utilizzando fondi delle singole strutture e non di ateneo (principio di responsabilità delle strutture).
- Rileviamo inoltre, come le tabelle allegate al regolamento non rendano giustizia al processo di selezione in quanto risultano ereditate dai pareri del CUN per accedere ai concorsi per RTI (tabelle A) e PA (tabella B). Tali pareri risultano ora anacronistici in quanto pensati più di 3 anni fa per uno scenario completamente diverso nel quale erano presenti tre distinti ruoli strutturati. Tale meccanica corrispondenza crea stridenti forzature derivanti dai più stringenti requisiti minimi di accesso al concorso per RTDb equiparati a quelli di accesso ad un concorso per PA senza considerare il periodo di 3 anni dello stesso contratto RTDb che dovrebbe servire per maturare i titoli necessari ad essere inquadrato nel ruolo di PA. Analoghe considerazioni possono essere fatte rispetto alla condizione di accesso al concorso per RTDa equiparata alla condizione di accesso per la vecchia figura di RTI.
La richiesta, seppure in extremis, è stata accettata.

venerdì 3 giugno 2011

Lettera al Senato Accademico sulla Commissione Statuto

Mentre sul Quotidiano viene pubblicato un articolo di Massimo Veltri sulla lunga gestione del rettore Latorre:

I Precari Invisibili inviano al Senato Accademico la lettera che segue riguardo il percorso di costituzione dello statuto d'ateneo:

I Precari invisibili della Ricerca-UNICAL apprendono del capovolgimento della impostazione precedente, maturata nelle riunioni della Commissione Statuto del 16 e 29 Marzo, che garantiva la necessaria rappresentatività al SA, in quanto sembrava fosse ampiamente condivisa la presenza di un rappresentante di ogni area scientifica e di tutte le categorie impegnate nell’ateneo, compresa la figura di un dottorando di ricerca e di un assegnista.
L'ultima proposta, elaborata nella riunione del 13 Maggio, comporta invece l'esclusione di fatto del rappresentante dei dottorandi di ricerca, in quanto associati nell’elettorato attivo e passivo agli studenti: si fa notare che data l'enorme sproporzione tra il numero di studenti delle lauree triennali e specialistiche e il numero dei dottorandi è pressoché impossibile che i dottorandi possano esprimere un proprio rappresentante.
Inoltre, vengono esclusi dall'elettorato attivo e passivo gli assegnisti di ricerca nonostante la stessa commissione ne avesse riconosciuto la funzione e valutato positivamente la proposta di rappresentanza in una figura comune con gli RTD.
Peraltro l'esclusione degli assegnisti costituisce una discriminazione rispetto alla stessa legge Gelmini che all'art. 24 - comma 3, equipara gli assegnisti triennali alla figura RTDa; quantomeno la Commissione dovrebbe prendere atto di ciò e assicurare l'elettorato attivo e passivo almeno agli assegnisti triennali, anche se discontinui, secondo la previsione della legge Gelmini.
Infine viene sancita la rappresentanza per gli RTD, ma in figure comuni ai Ricercatori di ruolo, rendendo di fatto impossibile che gli RTD possano avere rappresentanti per diversi anni a venire, data la netta maggiore numerosità dei ricercatori di ruolo.
Preso atto di tali scelte da parte della Commissione Statuto, i Precari invisibili della Ricerca-UNICAL chiedono nuovamente che venga garantita la rappresentanza in SA di dottorandi, assegnisti e RTD, prevedendo distinte figure e una norma transitoria che assicuri rappresentanza ai ricercatori di ruolo fino al loro esaurimento.

Arcavacata di Rende, 30 maggio 2011

P.S.: Oltre ai Precari Invisibili, anche Unical 2020 si unisce alle preoccupazioni con un appello che è possibile sottoscrivere.