venerdì 21 novembre 2008

Email di Teresa

Ciao Enrico,ti sembrerà strano ricevere un e-mail da una perfetta sconosciuta...ma ieri ho visto il programma anno zero di Santoro"quanto vale il nostro futuro?"e mi sono ricosciuta molto nei vostri problemi e nei vostri pensieri.Mi sei piaciuto molto anzi...mi siete piaciuti molto. Vi faccio i complimenti per la vostra preparazione frutto immagino di grandi sacrifici perchè anche io sono una studentessa universitaria e so quanto costa crearsi un futuro....e poi chissà se questo futuro tanto sognato..tanto sperato...tanto cercato esista davvero!!!io mi auguro di si,per me e per tutti voi!!!siete l'orgoglio della calabria,della calabria che sogna, che studia,che lavora(o che vorrebbe farlo)e che lotta per i suoi diritti...e per un avvenire non solo nostro ma di tutti quelli che verranno.
Mi auguro che tutti i vostri tentativi di cambiare le cose non siano vani ma portino veramente ai risultati sperati!!!
Spero che nn ti dia fastidio ricevere questa mia o che nn abbia sbagliato persona...

ti invio inoltre una bellissima poesia che esorta a lottare a capovolgere le cose senza rischiare di morire dentro stando fermi a non fare niente

Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marca, chi non rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco e i puntini sulle "i" piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza, per inseguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai consigli sensati. Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso.

Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i
giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante. Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce.

Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare. Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida felicità.

4 commenti:

Angela ha detto...

Bella la poesia lasciata da Teresa nella mail...un bel incoraggiamento x tutti noi ke lottiamo giorno dopo giorno x difendere il nostro futuro!
Restiamo uniti nelle nostre battaglie, la nostra voce diventerà sempre più forte e qualcuno prima o poi sarà costretto ad ascoltarci!!!

Angela, collettivo ingegneria!

Quelli che hanno spodestato il Capitano Thomas Tew ha detto...

Pablo Neruta.. grande firma

Anonimo ha detto...

Non è Neruda... non fate l'errore di Mastella (ihih)

XYZ ha detto...

iao Teresa :)

Hai citato una poesia bellissima, scritta da Martha Medeiros (erroneamente attribuita a Neruda e sulla quale vi fu una lunga polemica, scatenata da un'affermazione di Mastella a riguardo il 25 gennaio 2008).

Io sono una sognatrice per definizione, tuttavia riesco ad essere anche molto realistica, soprattutto quando c'è da esporsi tanto per i diritti comuni.
E' un peccato che sia stata proprio l'UNICAL ad essere posta al centro del mirino dell'opinione pubblica nazionale.
Tuttavia provo una sorta di rabbia verso tutti i meccanismi del "sistema" che hanno guidato i media ad individuarci tra le università "del peccato".
Ritengo che la legge Gelmini non sia completa, tuttavia abbastanza giusta. Ritengo che le manifestazioni studentesche non siano state organizzate tutte al meglio, perché molto spesso si sono dimostrate pro-baronato e non contro.
Inoltre la poesia che tu citi implica una cognizione di causa. Nel senso che una persona che abbia il coraggio di capovolgere il tavolo, tuttavia per un motivo futile o errato, non è per legge più viva di colui il quale non lo capovolge perché non conosce bene il motivo per cui farlo.
Con questo voglio dire che i retroscena sono tanti e che bisogna essere certi di conoscerli nella giusta maniera, per evitare di decidere, troppo impulsivamente, di capovolgere un tavolo nella direzione sbagliata.