Mozione sul DDL di riforma dell'Università e sugli obiettivi della mobilitazione dei ricercatori
Le ricercatrici e i ricercatori degli atenei italiani in mobilitazione, riuniti in assemblea a Milano:- viste le condizioni di collasso in cui versa il sistema universitario;
- considerato il fallimento degli interventi di riforma avviati finora;
- vista la tendenza a diminuire progressivamente le risorse finanziarie necessarie al funzionamento del sistema;
- ritenendo che lo sviluppo dell’Università statale e della ricerca scientifica sia un elemento essenziale per il benessere economico e sociale del Paese;
prendono atto delle scelte intraprese dal Governo con il disegno di legge 1905s (c.d. ddl Gelmini);
esprimono forte preoccupazione per i contenuti del ddl, in particolare per i seguenti motivi:
- la scomparsa della ricerca dalle funzioni fondanti delle università;
- la deriva aziendalistica e dirigistica delle università;
- l'emergere di aspetti che comportano la marginalizzazione dei ricercatori attuali e futuri;
- la precarizzazione della ricerca;
- la delega al governo sulla riforma del diritto allo studio.
chiedono:
- il mantenimento dell'autonomia e del carattere fondamentalmente pubblico del sistema universitario, con presenza maggioritaria - su base elettiva - delle componenti universitarie rispetto a quelle esterne e con partecipazione paritetica in tutti gli organi di governo e gestione degli atenei, fermo restando che l'indirizzo politico e le competenze su didattica e ricerca spettano esclusivamente a chi appartiene alla comunità universitaria;
- l'abolizione dei tagli al finanziamento degli atenei, della ricerca e del diritto allo studio e un piano di rifinanziamento anche per ottemperare agli impegni presi dall'Italia a livello di Unione europea;
- l'uso della valutazione delle strutture (Dipartimenti) come metodo prevalente nella distribuzione delle risorse alle stesse, con eventuale premialità di quote aggiuntive, a fronte di finanziamenti certi, congrui e con programmazione almeno triennale;
- una riorganizzazione delle tre fasce attuali in un ruolo unico, articolato almeno su tre livelli, con adeguata retribuzione per gli oneri aggiuntivi rispetto alla normativa vigente;
- una chiara separazione dell'allocazione delle risorse tra reclutamento e progressione di carriera;
- il finanziamento di un reclutamento straordinario finalizzato al raggiungimento della media europea nel rapporto docenti/studenti, per non aggravare il divario esistente rispetto ai paesi OCSE, rapporto che già oggi è significativamente maggiore rispetto a quello italiano; e comunque chiedono la conservazione dell'attuale numero complessivo di ricercatori e professori;
- di prevedere, con finanziamenti dedicati, un numero adeguato di progressioni di carriera per gli attuali RTI mediante valutazione nazionale e, comunque, a regime eliminare tutte le distinzioni in termini di accessibilità alla progressione tra RTI e RTD;
- la cancellazione delle previste misure di riduzione della presenza dei ricercatori e dei prof. associati nelle commissioni di concorso e negli organi di governo dell'Università;
- l'equiparazione con i professori universitari associati e ordinari in materia di prepensionamento, con la prospettiva di adeguare l’età pensionabile dei docenti alla media europea;
- l'istituzione di un'unica figura pre-ruolo chiaramente legata a percorsi certi (tenure track), con l'allocazione delle risorse specifiche per la progressione di carriera all’atto dell’assunzione;
dichiarano che la loro protesta non cesserà fino a quando non verranno presi provvedimenti per accogliere le loro richieste;
aderiscono alla settimana di mobilitazione indetta da tutte le sigle sindacali prevista dal 17 al 22 maggio auspicando che essa assuma un carattere unitario, coinvolgendo docenti, ricercatori strutturati e non, dottorandi, studenti e personale tecnico-amministrativo.
Milano, 29 aprile 2010
(già pubblicata su Science Backstage)
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