lunedì 11 ottobre 2010

Report Assemblea Nazionale Precari della Ricerca di Bologna

Il seguente report sull'Assemblea Nazionale dei Precari di Bologna porta la firma di Emanuela, componente del gruppo dei Precari Invisibili:


I lavori dell'assemblea sono stati molto partecipati. All'incontro nazionale di venerdì, infatti, erano presenti numerose sedi. Oltre a Bologna, c'erano Catania, Firenze, Padova, Cosenza, Napoli, Roma, Milano, Torino, Pisa, ecc.
La parola chiave intorno alla quale hanno ruotato sia le relazioni iniziali degli organizzatori, sia la maggior parte degli interventi che hanno animato il dibattito è stata quella della soggettività. È emersa, cioè, come cruciale la necessità di individuare e definire delle caratteristiche precise dell'identità del gruppo dei precari della ricerca e della didattica e delle forme della loro protesta. In più interventi è stato sottolineato come sia rilevante assegnare dei tratti ben specifici alla lotta, individuare strade, rivendicazioni ed istanze ben distinguibili da quelle dei ricercatori strutturati. Più volte è venuto fuori il problema della mancata disciplina del transitorio e della necessità della rappresentanza del personale precario della ricerca e della didattica presso gli organi di ateneo.
L'altro punto cardine della discussione è stato quello di considerare il precariato nell'università come lavoro precario tout court. In altre parole, è stato da più parti sostenuto e ribadito di guardare al precariato nella ricerca e nella didattica non come un precariato "nobile" e soprattutto "necessario" ad una fantomatica gavetta personale, ma come parte della più ampia e generalizzata questione del lavoro precario nella società contemporanea. Il precariato nell'università non è qualcosa di "diverso" solo perché si svolge dentro l'accademia ed ha per oggetto il lavoro intellettuale. A questo tema, più volte e in vario modo ripreso nel corso dell'assemblea, si è agganciata la richiesta di maggiori certezze nelle condizioni di lavoro e nella definizione dei contratti, di interventi di welfare e diritti sociali per i precari e l'idea di rilanciare un censimento nazionale del precariato nelle università, da avviare a partire dalle varie sedi locali.
Oltre ai precari erano presenti gli studenti, alcuni rappresentanti dei ricercatori, i dottorandi. In particolare un esponente della Rete 29 Aprile ha ribadito la solidarietà dei ricercatori strutturati alla protesta dei precari, mentre gli studenti hanno ricordato di essere il vero collante tra le varie componenti della protesta. Anche gli studenti medi hanno portato la loro testimonianza dai cortei in piazza che in quella stessa mattinata hanno riempito Bologna e le altre città.
Per l'Unical hanno preso la parola Giuliano Garavini e Daniela Napoli.
Giuliano ha portato nel dibattitto alcuni esempi concreti del peso che i precari possono avere negli atenei riassumendo le iniziative portate avanti dai precari invisibili nelle facoltà e nei dipartimenti e ricordando la questione della indisponibilità data per i test d'ingresso, così come la mobilitazione contro la decurtazione dei contratti. Daniela ha invece, sottolineato la necessità di mantenere inscindibili i primi tre punti all'ordine della riforma sostenuta nel documento, ovvero il contratto unico, il ruolo unico in tre livelli e il rilancio del reclutamento.
Il documento finale che circolerà a breve riprende tutti punti contenuti in quello redatto per la convocazione dell'assemblea «per un'università pubblica, solidale e democratica», verrà arricchito con il tema della rappresentanza dei precari nelle università, con la richiesta di scioglimento/non riconoscimento del ruolo della Crui. In merito a questo ultimo punto le posizioni erano discordanti: c'era chi chiedeva di esprimersi per lo scioglimento della conferenza dei rettori, chi invece, sottolineandone la natura giuridica privata, sosteneva la richiesta di non finanziarla più tramite fondi pubblici.
Le ultime battute della giornata sono state riservate alla necessità di dare all'assemblea un minimo di strutturazione e organizzazione a livello nazionale. Al riguardo però, i pareri sono stati discordanti: non è emersa una linea comune sullo sviluppo della rete e/o del coordinamento. Al momento abbiamo un nuovo nome che è quello di CPU (coordinamento dei precari dell'università) ma l'intento dell'incontro che era, secondo noi, (anche) quello di "istituire" i legami tra nodi che già esistono, rafforzarne la densità creando una dimensione nazionale delle varie realtà locali non ha trovato molto seguito.
L'esperienza di RNRP ci ha insegnato che non ci serve un nuovo contenitore per la discussione e il dibattito, ma che occorre intensificare i contatti e i legami già esistenti al fine di agire in una direzione univoca a livello nazionale, una direzione più incisiva che sia il frutto degli sforzi fatti a livello locale e soprattutto di una sintesi di comunicaizone anche con gli altri. La definizione (light) della rete poteva essere un ottimo risultato della giornata di lavoro a Bologna... invece su questo sembra ci sia ancora un po' da lavorare!!!

Prossime iniziative:
il 14/10/2010 a Roma è previsto un concentramento presso il parlamento dove sarà in discussione il ddl, altre iniziative locali presso le sedi dei rettorati.
Il 16/10/2010 saremo presenti come CPU al corteo dei metalmeccanici indetto dalla FIOM