Noi vogliamo essere pagati per la ricerca e docenza che eroghiamo. Non solo perché è giusto non lavorare gratis o per compensi risibili, ma perché solo così gli studenti e tutti i cittadini possono pretendere la giusta qualità dal servizio che forniamo. Solo se trattati con la dignità che si deve ad ogni lavoratore possiamo sfuggire ai mercanteggiamenti e ai patti subdoli e inconfessabili che si celano dietro il lavoro gratuito.
Ecco come ce lo spiega uno che mercanteggiamenti e mafie ha cercato di combatterle:
(testo di accompagnamento di Giuliano Garavini)
giovedì 28 ottobre 2010
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