venerdì 4 dicembre 2009

Lettera dei ricercatori precari ai laureandi e alle loro famiglie

Cari laureandi, e cari genitori, parenti e amici dei laureandi,

riteniamo opportuno informarvi in questa sede relativamente ai provvedimenti di legge presentati in materia di Università e diritto allo studio. Per decenni una parte della classe dirigente delle Università Italiane, con la connivenza degli schieramenti politici di qualsiasi colore, ha ritenuto possibile utilizzare i fondi di finanziamento pubblici delle Università per fini personalistici e familistici, producendo sprechi, cattiva gestione e deterioramento dell’insegnamento e della ricerca pubblica. L’attuale governo, anziché cercare le responsabilità individuali e punire i comportamenti poco etici di sperpero del denaro pubblico, fa pagare il prezzo di anni di autonomia universitaria gestita male alle fasce di lavoratori universitari meno protetti e più ricattabili e soprattutto agli studenti, alle loro famiglie e al territorio in cui vivono. Infatti, al contrario di quello che dice il ministro Gelmini occupando i media senza mai contraddittorio, il suo nuovo Disegno di Legge, appena approdato in Senato, se divenisse legge, fortificherebbe i poteri baronali presenti nelle Università e avrebbe l’effetto di:
- allontanare immediatamente dall’Italia un’intera generazione di ricercatori in cerca del coronamento di anni di lavoro precario e produrre ulteriore precariato e ricattabilità per le future generazioni di ricercatori.
- richiedere alle famiglie ulteriori gravosi sforzi economici e logistici per salvaguardare per i loro figli la speranza di un futuro migliore attraverso un’istruzione universitaria che risulterebbe per forza di cose dequalificata e agli studenti di indebitarsi prima ancora di avere un lavoro, e sempre che “meritevoli”!
- esporre le Università pubbliche all’ingresso nella gestione delle stesse della politica e della mafia. Infatti, non si capisce quale privato cittadino avrebbe la volontà e i mezzi per sovvenzionare, ad esempio, l’Università della Calabria, se non la Ndrangheta S.p.A.
Vi chiediamo dunque di aderire e partecipare alla manifestazione dei lavoratori della conoscenza dell’11 Dicembre a Roma e di diffondere questo messaggio di protesta e di rifiuto del Disegno di Legge al vaglio delle Camere prima che esso diventi legge e riduca ulteriormente le possibilità di futuro per i giovani calabresi e per il loro territorio.

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