giovedì 24 dicembre 2015

Come un lavoretto estivo

Ricordate: era stato dato parere negativo riguardo l'estensione dell'indennità di disoccupazione per dottorandi, borsisti e assegnisti. E' arrivata la risposta ufficiale dal ministero del lavoro (pdf via Diritto Lavoro), assolutamente in linea con l'idea, espressa tempo fa dal ministro titolare del dicastero, di incentivare i lavoretti estivi gratuiti per gli studenti. In particolare spicca questo passaggio:
In tale contesto, l'art. 22 individua negli "assegni di ricerca" una tipologia di rapporto del tutto peculiare, fortemente connotata da una componente "formativa" dell'assegnista (si pensi ai progetti di ricerca presentati dai candidati, selezionati e finanziati da parte del soggetto che eroga l'assegno).
Di fatto questa è la motivazione principale per respingere l'estensione dell'indennità a tale tipologia di lavoratori. Nelle mailing list accademiche, Claudia Pratelli rileva i seguenti e condivisibili punti:
1. Emergono rilevanti contraddizioni nella maggioranza di governo dato che questa risposta arriva pochi giorni dopo l'approvazione in Parlamento di un ordine del giorno che, grazie al lavoro di alcune parlamentari, impegna l'esecutivo a valutare l'estensione della DIS-COLL ad assegnisti, dottorandi e borsisti.

2. Il Ministero del Lavoro ha scelto da che parte schierarsi nella dialettica interna alla maggioranza e opta per espellere i precari dell'università dal perimetro dei lavoratori.

3. Tale scelta è sostenuta da argomentazioni scarsamente comprensibili o del tutto infondate.
Non è ben chiaro perché il fatto di basare la propria attività su un progetto di ricerca denoti un'attività formativa. I contratti a progetto che, ricordiamo, rientrano nella fruizione della DIS-COLL, si basano sulla realizzazione di un progetto. Eppure sono considerati contratti di lavoro. La differenza è che nel caso degli assegnisti si tratta di progetti di ricerca. Emerge dunque l'impressione che nella tesi del Ministero la ricerca non abbia la dignità di altri lavori.
Nella risposta all'interpello, inoltre, il Ministero arriva a negare che i dottorandi con borsa versino contributi alla Gestione separata, compiendo un errore marchiano (qui nota INPS sull'iscrizione alla Gestione Separata delle borse di studio per la frequenza dei corsi di dottorato di ricerca), come possono confermare le migliaia di dottorandi che ogni anno versano oltre 1.300 euro di contributi.

4. Il silenzio del MIUR è diventato insostenibile e imbarazzante.
Richiamiamo tutta la comunità accademica all'esigenza imprescindibile di prendere posizione e far sentire la propria voce nei confronti di un atto che non solo offende la dignità del lavoro di migliaia di giovani ricercatrici e ricercatori, ma che delegittima la funzione sociale della ricerca e degli atenei e centri di ricerca che la producono.

mercoledì 16 dicembre 2015

Niente indennità ai precari dell'università

La Commissione Bilancio della Camera dei Deputati ha bocciato la possibilità di estendere la DIS-COLL agli assegnisti di ricerca senza nemmeno esaminare l'ipotesi di ricomprendere dottorandi e borsisti e limitandosi a prorogare l'istituto per il 2016.
(da FLC CGIL)
Studenti a vita. Ecco cosa sono i ricercatori precari: dottorandi, assegnisti di ricerca, equilibristi delle borse di studio. Firmano un contratto con le loro università, in tutto simile alla “collaborazione coordinata e continuativa” tanto cara al governo che dice di avere abolito la precarietà. E invece ha abolito le “collaborazioni a progetto” ed è tornato ai vecchi cococò. Straordinaria operazione di innovazione.
(Roberto Ciccarelli da Il Manifesto)
Per venerdì 18 dicembre ADI, FLC CGIL, LINK e Rete29Aprile hanno organizzato un presidio in piazza Montecitorio alle 14:00

sabato 31 ottobre 2015

Assemblea nazionale dei ricercatori precari

Il 30 ottobre 2015 si è svolta presso il Politecnico di Torino l'Assemblea nazionale del Coordinamento delle Ricercatrici e dei Ricercatori Non Strutturati dell'Università (CRNSU). Gli argomenti di cui si è discusso è la seguente:
  • Aggiornamento incontro di Udine, PD-YOUniversity.lab
  • Aggiornamento proposte CRNSU e petizione DIS-COLL
  • Proposta La Nuova Università
  • Proposta Il Ruolo Unico della docenza
  • ASN e valutazione della ricerca e della didattica nelle Università
  • Approfondimento sulle nostre proposte per un contratto unico pre-ruolo
  • Connessioni con la scuola e mobilitazioni studentesche
  • Valorizzazione dell'esperienza universitaria nella PA e nel settore privato
Il video dell'assemblea si trova su youtube, dura quasi tre ore e il primo minuto circa non c'è l'audio (immagino a causa della non attivazione del microfono)

lunedì 20 aprile 2015

La "buona università": prime indiscrezioni

Inizia a circolare una prima bozza per la buona università, il decreto che riformerà l'accademia italiana realizzato con lo stesso spirito "democratico" della buona scuola: interpellando il meno possibile gli addetti ai lavori. Repubblica ha dedicato un articolo a questa prima bozza, uscito il 17 aprile, che a me personalmente sembra una acritica propaganda sulla buona università (clicca l'immagine per ingrandire):
Di spunti interessanti (ma anche di perplessità) sembrano essercene, almeno a quanto scritto nell'articolo, ma andrebbero sicuramente discussi. E in ogni caso la storia potrebbe cozzare contro l'intenzione di finanziare sul serio l'istruzione in Italia, con esiti devastanti innanzitutto per il Sud e poi, a catena, per tutto il sistema.
Vedremo come andrà a finire...

mercoledì 25 febbraio 2015

Dopo la "buona scuola" la "buona università"

di Michele Gianfelice
Corrado Zunino su Repubblica del 19/02/2015:
Il presidente del Consiglio si presenta al Politecnico di Torino, ateneo dell'eccellenza italiana dove il 91 per cento degli ingegneri lavora un anno dopo la laurea, e chiaramente dice: «Negare che vi siano diverse qualità nell'università italiana è ridicolo. Ci sono università di serie A e B nei fatti e rifiutare la logica del merito e la valutazione dentro le facoltà, pensare che tutte possano essere uguali, è antidemocratico, non solo antimeritocratico ».
[...]
Il rettore dei rettori, Stefano Paleari, presidente della Crui, è vicino a Renzi mentre lui dichiara. E successivamente preferisce non aprire un fronte polemico, ora che potrebbero tornare i soldi per l'università italiana. «Non ho letto aggressività nelle parole del premier», dice Paleari, «le università di A e B sono un modo per dire che ci sono funzioni diverse nei diversi atenei. Alcuni stanno sul mercato internazionale, curano le eccellenze, altri sono veri e propri insediamenti sociali in territori difficili. Resta il fatto che la qualità media di tutti deve restare buona». Crede nell'anno costituente, Paleari: «Nelle ultime cinque stagioni ci sono stati sottratti 800 milioni, abbiamo perso diecimila ricercatori e tutti i docenti sotto i quarant'anni.
Dunque:
  • anche la CRUI - finalmente - riconosce gli effetti della precarizzazione del ruolo docente-ricercatore nell'università italiana;
  • L'UniCal in qualità "insediamento sociale in territorio difficile" è quindi di serie B.
Inoltre,
A fine mese si apre il viaggio politico-amministrativo della Buona università. Questi i cardini della futura legge: uscita dei lavoratori degli atenei dalla pubblica amministrazione, creazione di un comparto autonomo con un contratto unico e poi, sulla strada del Jobs Act, tutele crescenti per i precari e soprattutto i ricercatori, quindi superamento del sistema ingabbiante dei punti organico.
Le uniche parole conflittuali arrivano dagli studenti, già critici rispetto alla Buona scuola.
Quindi:

martedì 24 febbraio 2015

Convocazione Assemblea dei ricercatori per il 26 febbraio 2015

Riceviamo e pubblichiamo:
Gentili colleghi, Vi scrivo per invitarvi a partecipare all'Assemblea dei ricercatori che si terrà il 26 febbraio 2015 alle ore 15.00 presso la Sala stampa del Centro congressi, scusandomi per il breve preavviso, ma vi è in particolare un punto sul quale vorrei riflettere con voi.
Si tratta del punto relativo alla
  • Programmazione triennale del personale, e cioè di come saranno ripartiti e impegnati i Punti organico attribuiti all'UniCal in termini di chiamate, per cui sollecito in particolare i colleghi ricercatori abilitati ad essere presenti; i tempi, appunto, sono abbastanza ristretti posto che il punto in questione è stato inserito nell'ordine del giorno del Consiglio di Amministrazione che si terrà il 27 febbraio 2015 alle ore 15.30.
Con riferimento a tale punto, consapevole della loro intollerabile situazione e limitata visibilità, invito i giovani colleghi ricercatori precari, non strutturati e abilitati (assegnisti, ecc.), a partecipare.
Inoltre, vi sono almeno altre due questioni sulle quali dovremmo discutere, e sono le seguenti:
  • Bozza di Regolamento concernente i compiti didattici e di servizio agli studenti dei professori e dei ricercatori di ruolo (sul punto estendo l'invito ai Professori F. Scarcello, Delegato alla didattica, e N. Leone, che unitamente allo scrivente [Fernando Puzzo] sono componenti della Commissione istituita dal Senato Accademico per predisporre la proposta di Regolamento);
  • Modifica dell'art. 13, comma 4, del Regolamento di Ateneo concernente le disposizioni sui limiti del mandato o delle cariche dei componenti del Senato Accademico, approvata dal Senato Accademico il 10 febbraio 2015.
L'assemblea è aperta a tutti coloro che sono interessati.

martedì 17 aprile 2012

Controsondaggio sul valore legale della laurea

Come avevo scritto una decina di giorni fa, il MIUR ha lanciato un sondaggio sul valore legale della laurea, cui erano seguiti un po' di pareri contrari. Ad esempio i Giovani Democratici della Toscana hanno proposto una controconsultazione, mentre oggi possiamo dire che è ufficialmente disponibile il controsondaggio ufficiale promosso dall'assemblea nazionale Università Bene Comune, tenutasi a Bologna il 24 marzo 2012. Il controsondaggio, che potete raggiungere su una pagina messa a disposizione dal Dipartimento di Informatica dell'Università di Torino, è accompagnato dal seguente comunicato:
Controsondaggio aperto a tutti i cittadini/e sul valore legale del titolo di studio:
le Assemblee nazionali Università bene comune e Scuola bene comune insieme per smascherare gli espedienti ingannevoli sottesi al questionario proposto dal ministro Profumo sul sito del MIUR


Da alcune settimane il sito del Miur ospita un questionario sul valore legale del titolo di studio, organizzato in modo tale che appare realizzato pregiudizialmente al fine di ottenere un risultato scontato: "Sì all'abolizione del valore legale del titolo di studio". L'Assemblea nazionale per un'Università-bene-comune e la Convenzione nazionale della Scuola-bene-comune hanno pertanto deciso di proporre un loro questionario che risulti viceversa trasparente e senza secondi fini, esponendo esplicitamente gli argomenti sia di chi è favore sia di chi è contrario all'abolizione.
Attraverso l'iniziativa si vuole offrire ad ogni cittadina/o della Repubblica la possibilità di esprimersi in modo diretto su un tema che riguarda il futuro del nostro paese e la qualità della nostra democrazia: garantire o non garantire uguaglianza di opportunità nella formazione scolastica e universitaria alle nuove generazioni?
Da parte loro le Assemblee organizzatrici si sono già espresse negativamente rispetto all'abolizione del valore legale del titolo di studio. La mossa del MIUR appare infatti rientrare nei piani del processo di privatizzazione dell'istruzione pubblica già in atto, come emerge dal complessivo definanziamento di scuola e università; dall'adozione di sistemi di valutazione punitivi; dal sostanziale azzeramento del fondo per il diritto allo studio; dal blocco del turn-over; dalla chiamata diretta degli insegnanti, dai contributi "volontari" delle famiglie per l'ordinario funzionamento delle scuole, e dall'aumento vertiginoso delle tasse universitarie.
Il risultato della cancellazione del valore legale del titolo di studio, in un paese come l'Italia, porterebbe inoltre in pochi anni a classificare i diplomati e i laureati solo in base alla scuola o all'ateneo di provenienza, e non alle reali qualità individuali. Verrebbe a realizzarsi così una divisione fra chi potrà permettersi scuole e università di serie A e chi non potrà per ragioni economiche, un ritorno a un passato che pensavamo ormai superato, quando i figli dei dottori facevano i dottori e i figli degli operai gli operai.
La parola dunque ai cittadini/e ricordando sempre e con ammirazione l'articolo 3 della nostra Costituzione nel suo secondo comma, che sintetizza l'agire e l'essere del nostro impegno civile:
"È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese".
Il sondaggio si chiuderà il 15 maggio 2012.