venerdì 4 dicembre 2009

Assemblea di Ateneo - 2 dicembre 2009

Le politiche del Governo nazionale di drastico disinvestimento nel sistema pubblico della formazione e della ricerca, di trasformazione degli assetti di governo delle Università e di modificazione dello stato giuridico della docenza costituiscono un grave attacco al diritto alla conoscenza, principio fondamentale finalizzato alla formazione della persona, al superamento delle disuguaglianze sociali ed al progresso della partecipazione alla vita della società democratica. La riduzione dell’investimento nell’Università, per la quale la spesa dello Stato è ormai prossima allo zero, dato che nel 2010 l’intera spesa per i diversi settori del sistema della conoscenza scenderà sotto l’uno per cento del PIL, comporterà la riduzione dell’offerta formativa e il ridimensionamento dell’attività di ricerca con gravi conseguenze tra le quali, la dispersione di un grande patrimonio di sapere e competenze scientifiche, innanzitutto quello detenuto dai giovani ricercatori non di ruolo, il blocco del necessario ricambio generazionale, l’aumento delle tasse per le famiglie degli studenti, che comporterà il ritorno ad una selezione sulla base della condizione sociale che ritenevamo ormai superata, l’estensione della precarizzazione del lavoro nell’ambito del settore della ricerca. Inoltre le gravi limitazioni all’autogoverno della comunità accademica, attuato attraverso lo svuotamento delle competenze degli organi collegiali e l’introduzione di elementi di esternalizzazione e privatizzazione del governo dell’Università finirà inevitabilmente per snaturare la funzione pubblica dell’Università stessa, limitando la libertà di ricerca e insegnamento che le è propria e asservendola a logiche privatistiche estranee alla sua funzione, costituzionalmente assegnatale.
Su questa base l’Assemblea d’Ateneo richiede al Governo:
il ritiro del DDL Gelmini su governo degli Atenei, stato giuridico della docenza e reclutamento.
Il ritiro della legge 133/2008, almeno per la parte riguardante il sistema della formazione, e della legge 1/2009 e l’avvio di una politica di forti investimenti nel sistema pubblico della formazione secondo le prescrizioni del trattato di Lisbona.
L’avvio di una politica finalizzata a garantire il diritto allo studio, attraverso l’adeguato finanziamento della residenzialità e dei servizi per gli studenti.
Il mantenimento della terza fascia dei ricercatori a tempo indeterminato e il riconoscimento della loro funzione docente.
Il varo di un piano straordinario di reclutamento di ricercatori di ruolo per fare fronte alle esigenze della didattica e della ricerca.
In conseguenza di ciò: l’assemblea impegna tutte le componenti d’Ateneo a promuovere le istanze proposte in ogni sede politica e istituzionale; l’assemblea aderisce allo sciopero proclamato dai lavoratori della conoscenza per Venerdi 11 Dicembre, sostiene la manifestazione nazionale prevista per lo stesso giorno a Roma e si riserva di intensificare le azioni di lotta, qualora il governo non intenda recedere dalla propria politica di tagli e privatizzazioni.

Cosenza, 2 Dicembre 2009.

Sottoscritto da:
Precari Invisibili della Ricerca UniCal,
Rappresentanti dei Ricercatori UniCal in CdA: Prof.ssa Morrone e Prof. Terracina,
Rappresentante dei Prof. Associati UniCal in CdA: Prof. Raffaele Agostino.

Lettera dei ricercatori precari ai laureandi e alle loro famiglie

Cari laureandi, e cari genitori, parenti e amici dei laureandi,

riteniamo opportuno informarvi in questa sede relativamente ai provvedimenti di legge presentati in materia di Università e diritto allo studio. Per decenni una parte della classe dirigente delle Università Italiane, con la connivenza degli schieramenti politici di qualsiasi colore, ha ritenuto possibile utilizzare i fondi di finanziamento pubblici delle Università per fini personalistici e familistici, producendo sprechi, cattiva gestione e deterioramento dell’insegnamento e della ricerca pubblica. L’attuale governo, anziché cercare le responsabilità individuali e punire i comportamenti poco etici di sperpero del denaro pubblico, fa pagare il prezzo di anni di autonomia universitaria gestita male alle fasce di lavoratori universitari meno protetti e più ricattabili e soprattutto agli studenti, alle loro famiglie e al territorio in cui vivono. Infatti, al contrario di quello che dice il ministro Gelmini occupando i media senza mai contraddittorio, il suo nuovo Disegno di Legge, appena approdato in Senato, se divenisse legge, fortificherebbe i poteri baronali presenti nelle Università e avrebbe l’effetto di:
- allontanare immediatamente dall’Italia un’intera generazione di ricercatori in cerca del coronamento di anni di lavoro precario e produrre ulteriore precariato e ricattabilità per le future generazioni di ricercatori.
- richiedere alle famiglie ulteriori gravosi sforzi economici e logistici per salvaguardare per i loro figli la speranza di un futuro migliore attraverso un’istruzione universitaria che risulterebbe per forza di cose dequalificata e agli studenti di indebitarsi prima ancora di avere un lavoro, e sempre che “meritevoli”!
- esporre le Università pubbliche all’ingresso nella gestione delle stesse della politica e della mafia. Infatti, non si capisce quale privato cittadino avrebbe la volontà e i mezzi per sovvenzionare, ad esempio, l’Università della Calabria, se non la Ndrangheta S.p.A.
Vi chiediamo dunque di aderire e partecipare alla manifestazione dei lavoratori della conoscenza dell’11 Dicembre a Roma e di diffondere questo messaggio di protesta e di rifiuto del Disegno di Legge al vaglio delle Camere prima che esso diventi legge e riduca ulteriormente le possibilità di futuro per i giovani calabresi e per il loro territorio.